Fermare lo scempio dei Beni culturali … E’ Possibile. Mattarella non firmi la legge Madia

Siamo di fronte al più grave attacco al sistema della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale mai sferrato da un Governo della Repubblica che calpesta l’articolo 9 della Costituzione”. Lo ha detto Michele Durante, referente in Molise del movimento “Possibile”, nonché consigliere comunale e provinciale di Campobasso. Il riferimento è alla legge-delega al Governo sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, approvata dal Senato lo scorso 4 agosto. Contro il provvedimento si sono espressi, in una lettera aperta al Capo dello Stato, Sergio Mattarella (pubblicata sull’edizione dello scorso 10 agosto del quotidiano “La Repubblica”), diversi costituzionalisti quali Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Alberto Lucarelli, Paolo Maddalena, Guido Neppi Modona, Alessandro Pace, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky, chiedendogli di non firmare la legge.
Per i rappresentanti della Suprema Corte, si rischia di demolire il concetto costituzionale della bellezza come bene pubblico, sancito dall’articolo 9 della Costituzione, sottoponendo tutta la macchina dello Stato, in particolare le Soprintendenze, al controllo centrale annullandone, di fatto, l’indipendenza e le funzioni specifiche di tutela del territorio e del paesaggio.
L’altro punto riguarda il principio del “silenzio assenso” tra amministrazioni pubbliche che non si applica nell’ambito dei beni culturali e del paesaggio (legge 241/90 e poi ribadito dalle leggi 537/93 e 80/2005) proprio perché la primarietà del valore estetico-culturale, sancita dalla Costituzione, non può in nessun caso essere subordinata ad altri valori, compresi quelli economici. In questi due punti si evince, quindi, una palese incostituzionalità che, secondo i giudici firmatari dell’appello, sarà accertata dalla Corte Costituzionale. E allora, anche Possibile si associa all’appello dei costituzionalisti: Presidente, fermi quella legge! A Lei è… Possibile!

 

 

 

 

 

 

 

 

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