Un’assemblea molto partecipata. Di autentico confronto, anche duro e senza sconti. Questo è stata l’assemblea pubblica discussione promossa dalla segreteria regionale del PD e andata in scena ieri presso la sala AxA della Palladino a Campobasso.
In moltissimi hanno risposto all’appello: amministratori ai massimi livelli regionali, provinciali, comunali, dirigenti di partito e semplici militanti. Padri nobili. Molti si sono riavvicinati al PD. Soprattutto, ieri a Campobasso si sono viste tante facce nuove. Di appassionati. La vera linfa vitale del partito. Come la giovane Caterina Cerrone, che ha aperto il dibattito.
«Cinque ore di discussione, vera. Di riflessione, di confronto. Di critiche anche. Senza remore e senza timori. Che dimostrano soprattutto un elemento: il PD molisano è vivo. Non si piange addosso, non organizza corsi di uncinetto. E sa ripartire» sottolinea il segretario regionale Micaela Fanelli che ha chiuso la discussione ieri sera alle 21.
Ma ripartire per fare cosa?
È ancora il segretario a parlare: «Per andare incontro ai bisogni. Perché i cittadini ci avvertono distanti. Soprattutto i giovani, come è stato con forza sottolineato in diversi interventi molto veri. E sono bisogni vecchi e nuovi: penso al lavoro, tema sempre presente, e alla sicurezza. Ai diritti civili che in questi giorni ci richiamano ad una mobilitazione delle coscienze. E penso ai temi caldi in Molise, dove attualissimi sono le scelte sulla sanità e le aziende in crisi, come la Gam, e su cui correttamente si chiede di assicurare un lavoro degno e servizi sanitari efficienti. Su questo bisogna impegnarsi, come ha affermato il Presidente Frattura, rivendicando a caldo il successo dell’assemblea dei lavoratori dell’azienda chiusasi in mattinata.
Si riparte dunque da questi contenuti, che nelle ore di dibattito sono stare ampiamente sviscerate. Basta liti, basta guardare al nostro ombelico! Noi pensiamo al paese, al Molise! Bisogna lavorare sodo e compatti per affrontare le delusioni degli italiani e dei molisani. A loro dobbiamo dare risposte come comunità.
Bisogna coinvolgere di più di quanto non abbiamo fatto nelle scelte: le riforme calate dall’alto non funzionano. Ne parleremo ancora – penso al tema dei migranti, alla scuola e alle aziende che riaprono, appuntamenti gia’ in programma – in questo congresso che parte ora. Il Partito Democratico, certo, a dieci anni dalla sua nascita – dice sempre Fanelli – vive il suo passaggio più difficile; è indubbiamente un momento doloroso, ci sono amici che fuoriescono dal partito. Ma questa storia non è affatto conclusa. Noi ci siamo».
L’assemblea pubblica è stato anche il momento delle critiche. Come quelle di Michele Di Giglio. «Abbiamo tutti dei limiti – dice Fanelli – abbiamo tutti commesso degli errori che dobbiamo riconoscere anche e soprattutto perché dobbiamo superarli per portare a compimento ciò che è rimasto a metà. Se è dalle crisi che nascono le idee migliori, allora è arrivato il momento di completare il progetto del PD e di costruire una nuova cultura politica imperniata sulle radici della nostra identità: un soggetto politico popolare, che dia risposte ai molisani, in alternativa alla ricetta populista e al pericolo delle destre. In definitiva, noi ci siamo perché facciamo parte della sinistra, crediamo nella sinistra. Essere di sinistra vuol dire rivolgere lo sguardo agli ultimi. A chi è indietro. Affinché l’io non prevalga sul noi, come ha ricordato con forza Norberto Lombardi. Noi siamo qui, in questa primavera molisana, perché ci crediamo. Anche chi è in forte dubbio, come Nicola Palombo, che l’Assemblea ha invitato a restare, perché abbiamo bisogno d’aiuto. Perché abbiamo una responsabilità storica. Perché siamo la sinistra che coniuga progresso e diritti. E che guarda avanti».
Michele Di Giglio ha annunciato che resta nel PD ma non da vicesegretario, mentre confermano il proprio ingresso Bice Antonelli, Franco Capone, Candido Paglione, Nicola Occhionero e molti altri. Nonché Vittorio Facciolla e il movimento Unione per il Molise.
«Ad ognuno nel suo ruolo e per quello che può impegnarsi, poco o tanto, semplice militante o dirigente: benvenuti, bentornati! – conclude Fanelli – Inizia uno dei congressi più difficili. Forza PD!».
Fanelli: La nostra forza è il dialogo. Un invito dell’Assemblea a restare a chi sta riflettendo
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