Dal Sud Italia può partire la riscossa per l’Italia intera. È questo il messaggio che arriva dall’iniziativa “Basta un Si per il Sud e per l’Europa, organizzata dalla Sinistra PD e svoltasi a Napoli il 17 novembre.
Un’iniziativa a sostegno del Si al referendum del prossimo 4 dicembre che ha radunato diversi amministratori, sindaci e deputati del Sud, da Antonio De Caro, sindaco di Bari a Carlo Marino, primo cittadino di Caserta, da Andrea Cozzolino, Eurodeputato, a Antonello Giacomelli sottosegretario allo sviluppo economico.
«Perché è dal Sud che deve partire la riscossa – dice Micaela Fanelli, tra gli invitati all’iniziativa – perché, come ha sostenuto Renzi, il Sud deve smetterla di piangersi addosso. Se oggi nel mondo la competizione è sui cervelli, il Mezzogiorno ha tutto per crescere: cervelli e bellezza dei luoghi. Per cui basta raccontare il Sud come una realtà piena di sfighe, bisogna rovesciare la narrazione, la rassegnazione e la lamentazione non aiutano».
Il Governo ha già dimostrato di voler fare la propria parte.
«Come acutamente sottolineato da Mauro Calise – dice ancora Fanelli – perché il nuovo storytelling funzioni, non basta una strategia di comunicazione adeguata. Serve che la svolta cominci dalla convinzione interiore delle nostre classi dirigenti per un nuovo impegno che serve prima di tutto a ridare centralità e dignità alla pubblica amministrazione con molta meno burocrazia clientelare e molto più senso del dovere. E se proprio il Sud diventa promotore di questa rivoluzione, allora il primo decisivo passo è compiuto. Come non essere d’accordo con questa analisi?».
Il SI al referendum costituisce un’occasione unica per dare un segnale di svolta decisiva: i primi timidi segnali di ripresa si avvertono e lo certifica il rapporto Svimez. Quasi tutte le regioni meridionali interrompono la recessione e, benché ancora distanti dai livello pre-crisi, l’occupazione appare in ripresa, con il Molise che tra le regioni del Mezzogiorno segna la migliore performance. Crescono gli occupati e la disoccupazione giovanile in Molise resta alta, ma un po’ meno che nel resto del meridione.
«Insomma – conclude Fanelli – molto ancora c’è da fare, ma la strada della ripresa sembra imboccata. Nel cammino servirà una mano forte da parte dell’Europa che deve però impegnarsi per riformare se stessa e i suoi interventi. A cominciare dalla politica di coesione. Per cui solo votando Si al referendum e mostrando di poter cambiare noi stessi saremo in grado di essere credibili nel voler cambiare l’Europa».