Bene ha fatto la segretaria regionale del Partito Democratico e neo assunta alla regione Molise Micaela Fanelli a far ricorso, a suo tempo, avverso la decisione della regione di liquidarla dal suo incarico di componente del Nucleo di Valutazione… ed altrettanto bene ha fatto a far conoscere all’opinione pubblica i motivi che la portarono al ricorso. Oggi la segretaria rivendica a sé la giusta causa che la vede risarcita di un presunto torto subito grazie ad una transazione conciliativa chiesta proprio dall’ente che la defenestrò! Tutto è bene quel che finisce bene! Eppure qualcosa in questa singolare vicenda lascia perplessi e con l’amaro in bocca. Intanto il buon Paolo Di Laura Frattura, attuale presidente della giunta regionale e, ai tempi dell’allontanamento della Fanelli, fido collaboratore del governatore Iorio (per intenderci colui che si macchiò dell’angheria di cui trattasi), pur non muovendo un dito a suo tempo per difendere l’attuale sua segretaria di partito, oggi, neo paladino, si fa promotore della richiesta di conciliazione per motivi oscuri ai più, lontani dalle logiche perverse di un sistema politico svuotato di ogni significativo contenuto sociale ed etico ma dai contorni nettissimi per i pochi eletti di un sistema per nulla più democratico, appartenenti ad una cupola erta a difesa dei tanti privilegi acquisiti senza regole ai danni di una miriade di cittadini spesso ignari e comunque senza quelle difese sociali ed istituzionali, anch’esse colluse con un sistema perverso. E, lasciando ad altri l’esercizio della ricerca dei motivi, resta comunque aperta la strada per altri inquietanti interrogativi. La Fanelli, rilasciando dichiarazioni legittime e condivisibili ai cronisti, ha voluto sottolineare due aspetti della vicenda. Il primo è che non assumerà l’incarico in regione prima della scadenza del suo mandato politico, il secondo è che le è stato reso ciò che le era stato tolto dal forzista Iorio all’indomani della sua discesa in campo come candidata alla presidenza della provincia di Campobasso nella formazione di centro sinistra avversa al berlusconiano presidente. Ebbene, dando per buone entrambe, con questa politica degradata, la Fanelli ce la ritroveremo nel palazzo regionale comunque in qualche veste e comunque bisognerebbe dare una risposta al secondo quesito, cioè cosa farà adesso la segretaria del partito più grande di centro sinistra e di riferimento del presidente Frattura, che regna incontrastato in via Genova, nei confronti di quest’ultimo se costui non assumerà determine o atti simili a quelli posti in essere per lei a difesa però dei tanti lavoratori che hanno denunciato alla magistratura angherie e licenziamenti ai loro danni da parte proprio del presidente, colpevoli di essere legati all’ex governatore Iorio?
La segretaria di sinistra non può lasciare soli i lavoratori che sono perseguitati per lo stesso motivo patito da lei! Cosa farà avverso Frattura se non porrà in essere azioni, quali ad esempio, richieste di concordati tesi alla restituzione del maltolto e magari anche concordarli con i magistrati restituendo sentenze risarcitorie ai lavoratori?! Sarà capace la Fanelli di dire e fare qualcosa di sinistra, specialmente quella difesa del proletariato usato ed abusato da personaggi tanto bugiardi quanto ignobili di un’area devastata dall’arrivismo e dall’accumulo di agi e ricchezze?! Se non ne sarà capace dovrà lasciare ogni incarico politico e non accettare le risultanze di una singolare transazione (soprattutto alla luce della tranquillizzante prognosi dell’Avvocatura dello Stato di scarso rischio di soccombenza per l’ente), che non rispecchia l’iter di percorsi simili al suo ma con risultati diametralmente opposti!
Lo ricorderemo mercoledì 24 giugno c.a. dalle ore 10.30, davanti al palazzo del Consiglio Regionale in via IV Novembre a Campobasso, dove saremo per sostenere fino in fondo le ragioni di giustizia portate avanti dai lavoratori della Protezione Civile del Molise allontanati da Frattura in quanto rei di essere in linea con la maggioranza del passato della quale lui stesso faceva parte e condividendone le scelte. Sarà il caso che Frattura licenzi se stesso ed il suo cervello che non riesce a far pace con se stesso. Oppure concili in toto facendo giustizia di tutti e per tutti!
Emilio Izzo
P.S. Ovviamente, se nel frattempo il presidente Frattura e la sua giunta dei comunisti Petraroia e Ciocca vorranno adottare delibere per transazioni tra l’ente e gli ex lavoratori, anche citandone solo il numero di registro (!) la presente si consideri come non pervenuta e, comunque, i lavoratori ad ogni buon conto non riprenderanno sevizio prima del superamento dell’esaurimento.