Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulle qualità professionali e umane del direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici e del turismo del Molise, avv. Gino Famiglietti, adesso forse avrà sciolto anche le ultime riserve! Poche ore sono passate dal forte attacco a mezzo stampa che chi scrive ha lanciato sulla pessima gestione del settore dei beni culturali molisani e sulla totale mancanza di confronto che questa dirigenza pone in essere nei confronti di chicchessia, che, ancora una volta (ma su questo non si nutrivano dubbi), invece di affrontare le critiche e rispondere secondo le proprie ragioni (ad avercene!), l’avvocato rappresentante dei beni culturali, unico esempio in Italia, e persino esponente massimo dell’archeologia locale (!), con una presa di posizione comunicata a mezzo raccomandata rabbiosa, scomposta e fascista, mette definitivamente il funzionario Izzo fuori dal suo ufficio! Non è uno scherzo.
Nella nota urgente inviata al sottoscritto, si invita a mettere tutto fuori dal proprio ufficio, occupato onorevolmente per 36 anni, nel giro di poche ore! Ma non appagato, “l’alto” dirigente dello stato, pagato profumatamente dalla collettività per gestire un settore così delicato, ovviamente non nelle sue corde, ha richiesto con furore le uniche due cose in dotazione di chi scrive, due strumenti indispensabili per operare nel settore della comunicazione, settore di competenza, un pc e una fotocamera, per essere più chiari, un computer e una macchinetta fotografica! Ecco, questo è Famiglietti, dirigente capace di toglierti quanto da te creato con infinita passione e competenza per anni, una stanzetta allestita (la più piccola presente in tutto il Complesso Monumentale di Santa Maria delle Monache) con tutte le tappe culturali create negli anni, un lavoro e un’attività creata dal nulla, quando nel settore dei beni culturali in Molise e in Italia ancora non si sapeva cosa fosse informazione, comunicazione, valorizzazione, allestimenti e, per ultimo, gli strumenti in dotazione per cercare di umiliarti, sottraendoti persino le armi del mestiere, appunto, computer e macchinetta fotografica! Non capirà mai questo dirigente che le passioni, le idee, l’onestà intellettuale e la denuncia, non riuscirà MAI a strapparle ad Emilio Izzo, leale servitore dello stato. LUI. Non riuscirà mai ad umiliare chi non ha niente da farsi perdonare da questo scellerato apparato. Izzo tira dritto, continua a testa alta a lottare contro tutti i soprusi. Izzo non teme “…i soci vitalizi del potere ammucchiati in discesa a difesa della loro celebrazione”, i prepotenti, i potenti, gli arroganti, le caste, i “famiglietti” di turno, Izzo ha dalla sua la certezza di non aver mai chinato la testa difronte a chicchessia, non ha mai ceduto ad offerte o lusinghe, non si è mai venduto per trenta denari, non ha mai ambito a posizioni di comodo, non ha mai fatto da scendiletto al dirigente-padrone, mai! Questo Famiglietti lo sa e non se ne fa capace, prova senza riuscirvi a togliergli tutto il possibile (con il materiale ci riesce bene, lui padre padrone), ma quello che non sa è che Izzo non lo teme, Izzo ama il suo lavoro, non cederà di un solo millimetro! Ma un aspetto della questione deve essere chiaro a tutti.
Fa comodo all’alto dirigente far credere che in questa querelle ci siano fatti personali, comodo e niente di più falso. Quello che Izzo sta facendo è esattamente quello che ha sempre fatto a prescindere del dittatore di turno: la difesa della cosa pubblica, nel caso di specie, la difesa della cultura, della storia, dell’architettura, dell’archeologia, dell’ambiente e del paesaggio. Al contrario, nella logica perversa del dirigente ministeriale, c’è la precisa volontà di colpire il dirigente sindacale per fargli perdere credibilità verso i suoi iscritti, colpendo a più riprese gli stessi colleghi del sindacato come accaduto per la sede di San Vincenzo al Volturno. Ecco il disegno ignobile che si sta mettendo in atto.
E allora Izzo che scrive queste note, invita stampa, amici, conoscenti, sinceri democratici, chiunque abbia a cuore un po’ di giustizia sociale ad assistere alla sua cacciata dal suo ufficio dopo 36 anni (!), martedì 25 febbraio 2014 alle ore 15.30 proprio dal Complesso Monumentale di Santa Maria delle Monache di Isernia nel centro storico e alla riconsegna degli attrezzi da lavoro, computer e macchinetta! INVEROSIMILE!
Il Segretario Regionale UILBACT Molise
Emilio Izzo