“Desidero esprimere alcuni chiarimento alla luce del polverone, a mio avviso assolutamente spropositato, che qualcuno tenta di alzare strumentalizzando le giuste esigenze delle imprese agricole che operano ogni giorno, con tanto sudore e sacrificio”. A parlare è Carmine Falciglia, vice presidente del Consorzio di Bonifica di Venafro, nella sua veste di presidente della sezione Coldiretti di Venafro.
“Innanzitutto – afferma Falciglia – va chiarito che io personalmente e la Coldiretti, che rappresento a Venafro, non abbiamo alcuna intenzione ne alcun interesse ad appesantire il bilancio delle imprese agricole con generici aumenti di costi. Anzi, è vero il contrario: a solo titolo di esempio, ricordo con orgoglio a quanti hanno la memoria corta che io appartengo alla Coldiretti, quella organizzazione professionale agricola cioè che soltanto alcuni mesi fa, precisamente a metà settembre, ha riempito all’inverosimile il teatro all’aperto di Expo a Milano con oltre 30 mila imprenditori agricoli, ed ha in quell’occasione chiesto e ottenuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, che ci onorò della sua presenza, l’abolizione totale dell’Imu, della Tasi, la stabilizzazione delle aliquote Iva in agricoltura e tutta una serie di interventi tendenti all’abbattimento dei costi e delle tasse governative sul comparto agricolo”.
“Tutto questo, ripeto – prosegue il presidente della Coldiretti di Venafro – lo ha ottenuto Coldiretti in perfetta solitudine. Mi domando dove erano quelle organizzazioni che oggi si strappano i capelli sull’altare di un eventuale aumento del canone irriguo che tradotto in soldoni ammonterebbe ad una cifra di molto inferiore ai 10 euro/ettaro l’anno. Azzardo un’ipotesi: Questo strabiliante aumento equivale a un puro costo o piuttosto invece ad un investimento? Perché questo ‘insopportabile’ balzello altro non significa se non l’estensione dell’uso di un fattore produttivo, ovvero l’utilizzo dell’uso dell’acqua, ad un periodo che prevede l’utilizzo di tale bene per tutto l’anno e non per soli 5 mesi. Oltretutto, non va sottaciuto che, detto aumento sarà utilizzato anche per coprire i maggiori costi dovuti ai cambiamenti climatici che rendono indispensabile una puntuale pulizia dei canali e dell’intera rete scolante, per evitare quei disastri a cui ci stiamo abituando”.
“Da imprenditore – aggiunge Falciglia – mi vergogno se qualcuno volesse, pur lontanamente, paventare che un simile beneficio dovesse essere pagato non dalla mia impresa ma dalla collettività. Perché quando si afferma che questi costi debbano essere trasferiti alla Regione, bisogna avere il coraggio di affermare più chiaramente che l’eventuale beneficio che deriverebbe alla mia e alla tante imprese agricole dovrebbe essere pagato da ciascun cittadino del Molise. Allora – sottolinea – invito tutti a non strumentalizzare e a non scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua come si è verificato in una simile circostanza, ma piuttosto combattere le vere battaglie che la mia organizzazione quotidianamente conduce a tutela del mondo agricolo e soprattutto, più in generale, dei consumatori. La mia organizzazione infatti, continua a battersi per l’abbattimento delle tasse e dei costi fiscali del comparto agricolo (Imu e Tasi ne sono un esempio), per il prezzo del latte, per la tracciabilità dei prodotti e per l’etichettatura obbligatoria. Non vedo nessun’altra organizzazione muoversi su questi campi che costituiscono i veri problemi del mondo agricolo”.
“Per quel che riguarda questo eventuale aumento dei canoni irrigui, che ripeto, altro non significa se non poter usufruire di un servizio che sicuramente porterebbe ad un sensibile aumento delle produzioni agricole, in termini qualitativi e quantitativi, per pochi spiccioli al giorno, io e la mia organizzazione continueremo fino all’ultimo secondo ad adoperarci per trovare, nelle pieghe del bilancio di previsione del Consorzio di Bonifica di Venafro, quelle risorse che quantomeno ne riducano l’entità. Ma il vero problema – conclude Falciglia – è questo: le imprese agricole del venafrano hanno bisogno di questo ampliamento del servizio o piuttosto non ne sentono la necessità? A vedere gli entusiasmi insorti all’indomani della proposta di poter usufruire dell’acqua irrigua per tutto l’anno, fatta sin dalla scorsa primavera, si dovrebbe dire di si; a sentire chi oggi si strappa i capelli per meno di 10 euro/ettaro l’anno, si dovrebbe amaramente concludere che si erano fatti i conti pensando che a pagare sarebbe dovuto essere l’oste (leggi Regione)”.