La Fai Cisl nazionale esprime profonda preoccupazione per le notizie di stampa che da alcuni giorni annunciano la volontà da parte del Governo Renzi di mettere in discussione l’esistenza dei Consorzi di Bonifica. Tali notizie risultano particolarmente preoccupanti alla luce delle dichiarazioni dei mesi scorsi di esponenti del Governo e dello stesso Presidente Renzi che annunciavano uno straordinario impegno per il dissesto idrogeologico e per la difesa idraulica del territorio italiano. Avevamo salutato quegli annunci come un forte segno di discontinuità rispetto ai troppi anni dacchè la Politica nazionale e quella delle Regioni, trascurando la dovuta attenzione verso la prevenzione, hanno preferito la diseconomica logica del “pronto soccorso” e delle riparazioni dopo i disastri ambientali.
I Consorzi di Bonifica sono Enti di servizio e di manutenzione del territorio, gestiti prevalentemente in economia, con proprio personale, in molti casi con alte professionalità. Fin dalla legge istitutiva (R.D. Legge 13.2.1933 cd legge Serpieri) fu la sussidiarietà il carattere distintivo di questi Enti, quella sussidiarietà tradita dalla riforma del Titolo V del 2001 cui oggi il Premier Renzi dice di voler dare nuovo slancio. Questi Enti, oggi all’indice tra quelli cosidetti inutili e spreconi sono gli stessi che negli anni si sono visti spesso riconoscere grandi meriti all’indomani di disastri ambientali come l’alluvione del 2011 nelle Province del Veneto, nella Sicilia, in Campania, Lazio, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna.
Tutto ciò causa ancor più preoccupazione se si considera che i Consorzi di Bonifica negli ultimi anni si sono venuti riorganizzando con evidente recupero di efficienza e di produttività in coerenza con gli accordi intervenuti tra la Conferenza delle Regioni e lo Stato che hanno favorito importanti loro processi di accorpamento.
I lavoratori della bonifica sono al fianco del Presidente Renzi quando le iniziative del suo Governo perseguono obiettivi di maggiore efficienza e di riduzione della spesa parassitaria annidata in troppi ambiti politici e istituzionali del Paese. Respingono categoricamente di essere ascritti alla categoria della inutilità e chiedono di essere auditi – attraverso i loro sindacati – nelle aule parlamentari per dimostrare quanto sia infondata l’idea della soppressione di questi Enti che al contrario si confermano indispensabili al risanamento del Territorio e alla migliore manutenzione dei torrenti, dei fiumi e degli impianti irrigui e idraulici.