Strategia della ‘macchina del fango’, attuata con “manipolazioni e falsificazioni” ai suoi danni al fine di “garantirsi l’impunità dei propri abusi e misfatti, a qualsiasi costo”. A parlare è l’ex sostituto procuratore di Campobasso, Fabio Papa, dopo la richiesta di giudizio nei suoi confronti della procura di Bari per tentata concussione, tentata estorsione, violazione di segreto d’ufficio, abuso e falso per un tentato ricatto ai danni del governatore del Molise, Paolo Di Laura Frattura.
Papa interviene in relazione a “articoli di stampa comparsi nei giorni recenti, relativi a vicende giudiziarie che coinvolgono il sottoscritto, fatalmente sintetici, imprecisi e approssimativi, sono letteralmente costretto e comunque desidero rappresentare quanto segue, nei limiti in cui mi è concesso, attesa la mia funzione, a tutela della mia onorabilità personale e professionale”. “La vicenda – spiega – che mi vede del tutto involontario protagonista, molto complessa, ha origine nell’iniziativa, ormai purtroppo molto consueta, di alcuni indagati ‘eccellenti’, di intervenire – contando sulla propria rete di conoscenze strategiche, mediante innesco della cosiddetta ‘macchina del fango’ – sul magistrato che deve occuparsi delle loro condotte, strategia evidentemente più efficace rispetto all’esercizio ordinario del diritto di difesa, specie, come nel caso di specie, quando si è consapevoli che quel magistrato non è in alcun modo ‘addomesticabile’ secondo le perverse logiche corruttive e di potere altrettanto ormai consuete”.
“Nel caso di specie – sottolinea l’ex sostituto procuratore di Campobasso, Fabio Papa – tale deprecabile strategia è stata realizzata ai miei danni persino attraverso manipolazioni e falsificazioni, e strumentalizzando in maniera solo suggestiva e del tutto priva di riscontri circostanze attinenti alla vita privata, che nulla avevano a che fare con lo svolgimento della mia funzione”. “All’occorrenza – prosegue -, si è ricorsi persino ad inventare letteralmente episodi mai avvenuti e decisamente non credibili già secondo logica e buon senso elementari, non preoccupandosi del fatto della totale assenza di riscontri e prove e anzi, della presenza di inoppugnabili dati oggettivi in senso contrario”. “Ho denunciato per tempo – spiega ancora -, e continuo a denunciare, in tutte le sedi competenti, questa gigantesca operazione, davvero complottistica e atrocemente calunniosa, ai miei danni, potendo contare, del resto, sull’assoluta incontestabilità ed evidenza oggettive di quanto risulta documentalmente dagli atti, in luogo delle mere asserzioni apodittiche di coloro che hanno ideato ed eseguito tale manovra davvero infame”.
“Sono, e voglio rimanere, del tutto sicuro che tali evidenze non potranno che essere, al termine di questa vicenda davvero incredibile, riconosciute come tali – conclude -, pur consapevole, come peraltro sta avvenendo, che danni irreparabili e gravissimi si stanno arrecando alla mia sfera personale e professionale, in ragione di alcune lentezze e ritardi, nonché di ‘sviste’ e omissioni di alcune autorità adite che si spera e si crede non siano in qualche misura partecipi, ricordata la straordinaria rete di conoscenze e aderenze dei politici-imprenditori e di rappresentanti di vertice di forze di polizia che parrebbe essere scesa in campo per assicurare il buon esito, a dispetto della verità e delle risultanze oggettive, di un’esecrabile operazione originata per garantirsi l’impunità dei propri abusi e misfatti, a qualsiasi costo”. (ANSA)