Ex Roxy/Esposito (FI): Il Centro Destra unito, vuole amministrare Campobasso, No fargli causa

Come nelle favole che si inizia da “C’era una volta…”, troverei opportuno che la narrazione di fatti inerenti le sorti della nostra Città potesse partire dal giusto inizio nel rispetto di una cronologia di fatti e circostanze che nel tempo hanno determinato nuove necessità.


L’ex-Hotel Roxy è stato acquistato dalla Regione Molise ad aprile 2010, al prezzo di € 5.951.071,00 (oltre IVA), in quanto rientrante nell’obiettivo della realizzazione della sede regionale in Campobasso da localizzarsi nell’area comprendente l’ex-campo sportivo Romagnoli e, appunto, l’ex-Roxy, anche in forza dell’Accordo di Programma sottoscritto in data 28/11/2005 tra il Presidente della Regione Molise ed il Sindaco del Comune di Campobasso, modificato ed integrato con successivo Accordo di Programma denominato “Sistema Capoluogo – 01 Ricucitura urbana, Sede Regionale, Master Plan, Polo dell’Economia, Programma Comunale per la riduzione del disagio abitativo”, sottoscritto dalle medesime Amministrazioni in data 11/07/2008. Tali accordi prevedevano, in via principale, la realizzazione di interventi infrastrutturali, di rilievo strategico, per la totale attivazione della sede regionale e degli interventi connessi di ricucitura al sistema urbano sotteso.


Nel mettere al patibolo le scelte dell’Ente Regione, con un pizzico di onestà intellettuale non sarebbe il caso di ricordare che questa Amministrazione comunale “Grillina” ha candidato tra i progetti finanziabili dal CIS il “Trenino elettrico della Collina Monforte” preferendolo alla candidatura dell’ex-Roxy quale sede istituzionale della Regione Molise disattendendo anche agli Accordi di Programma del 2005 e 2008.

Inoltre, si progetta e affida tra le altre opere la realizzazione di un parcheggio multipiano in Piazza della Repubblica dimenticando che negli stessi accordi sono previsti nell’area dell’ex Romagnoli spazi da destinare a parcheggi sotterranei; una “guerra tra poveri” oserei definirla!! L’interesse pubblico/collettivo era, ed ancor più è, quello di affrontare questa annosa questione e trovare una soluzione che, nel rispetto delle legittime aspettative del Cittadino, riattivi una area della Città rendendola funzionale al maggiore decoro e sviluppo della stessa, nel rispetto di tutti gli strumenti urbanistici vigenti (Piano Regolatore approvato D.M.LL.PP. n. 1831 del 13/03/1972) oltre che delle norme in materia; ricordando e sottolineando che il Comune esercita le proprie competenze specifiche di Pianificazione e controllo.

Inoltre, negli atti della Regione si evince con chiarezza che le Loro esigenze sono mutate in questi 20 anni trascorsi, e che non avendo più né la necessità di tale realizzazione, né la forza economica per far fronte ai costi necessari diventa un’operazione non sostenibile, ragione per cui va apprezzato, a mio avviso, l’impegno della Giunta Roberti a cercare una soluzione.
Considerando poi, che nelle Deliberazioni regionali si può facilmente cogliere che la superficie
complessivamente stimata per la realizzazione della sede regionale (DGR 428/2014) che era pari a 13.000 metri quadrati, può essere ragionevolmente ridotta, in ragione delle nuove esigenze, di circa un terzo, portandola a 8.000 mq.; condizione che permette di sfruttare, ai fini edificatori, la sola area ex-Romagnoli senza però compromettere le aree verdi della stessa, nel rispetto degli Accordi di Programmazione condivisi da Regione e Comune nel 2005 e 2008.


Per quanto riguarda poi i “vincoli” di destinazione, dell’edificio dell’ex-Roxy è giusto il caso di far
rilevare che lo stabile si trova nella zona murattiana, dove anche “aprire una finestra” passa per un Piano Particolareggiato di tipo Quadro. Inoltre, contro eventuali interessi di “palazzinari”, che potrebbero attuare speculazioni edilizie, il Comune è tutelato da strumenti normativi propri, considerato che qualsiasi intervento di trasformazione e/o ristrutturazione passa per un Piano Particolareggiato di tipo Quadro, che tra le varie prescrizioni prevede che “non siano turbate o compromesse le architetture caratterizzanti l’ambiente”.

Oltretutto, siamo sicuri che nelle “Zone B” il DM 1444/68 preveda che ci siano gli standard per
autorizzare il mutamento di destinazione urbanistica?
Una situazione ferma da anni, che ha visto attivarsi prontamente chi è stato legittimato ad
amministrare la nostra Regione con un plebiscito popolare di oltre il 62% dei consensi, e che oggi anacronisticamente viene messa in dubbio da chi non ancora dimostra di rappresentare nessuno.
Basta vivere la Città, i luoghi semplici e quotidiani, per avere a capire quale è la volontà dei Cittadini campobassani; stufi del degrado che ha aggredito le nostre vie, piazze e luoghi pubblici; esausti di vedere “piste e corsie ciclabili” che corrono al fianco di marciapiedi fatiscenti; sbalorditi da sedi stradali e marciapiedi ricoperti entrambi di asfalto senza alcun gusto estetico e rispetto della storia e delle tradizioni di una Città che si definiva “GIARDINO”.

Campobasso merita di più, ma non a parole, ma bensì nei fatti… merita collaborazione e dialogo costruttivo e fattivo con la Regione e con il Governo nazionale, senza intendere causa a nessuno! La gente è esausta di teatrini di circostanza, la Politica deve dare risposte ai bisogni quotidiani semplici ed essenziali, vanno sostenute le piccole e medie imprese, il tessuto commerciale, artigianale e produttivo tutto, altrimenti tra qualche anno conterà poco che fine avrà fatto il Roxy, e coloro che “urlavano allo scempio”.

Domenico Esposito
Capogruppo consiliare “Forza Italia”

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