Ex consiglieri regionali scrivono ai sindaci molisani: continuate a difendere l’autonomia del Molise

Riceviamo e pubblichiamo
“E in ogni campo e per ogni evento, il Comune, la Provincia, la regione e la Patria, troveranno in Voi, Signori Sindaci, e nelle genti che degnamente rappresentate, immensi tesori di saggezza, di accoglimenti e di energie feconde”. Così il Deputato alla Costituente Giovanni Ciampitti considerava i Sindaci e le popolazioni del Molise in un accorato intervento nel convegno con i primi cittadini dell’allora Provincia di Campobasso sull’ “Autonomia regionale e la ripartizione territoriale del Molise” del 1° settembre 1946. Ai Sindaci Ciampitti, quali “tesori di saggezza”, affidava il compito di “affermare il diritto del Molise a conseguire il riconoscimento della sua
autonomia regionale”.
Utilizzando le parole di Ciampitti e la loro coinvolgente eloquenza, dopo ben 70 anni di percorso istituzionale e sociale, l’Associazione degli ex Consiglieri Regionali, tramite il loro Presidente, Gaspero Di Lisa, ancora una volta si rivolge ai primi cittadini del Molise -i cui predecessori, insieme ai parlamentari locali e al mondo economico-sociale del territorio molisano, tramite una serie di lotte e di dibattiti diedero vita all’autonomia regionale- per chiedere loro di essere ancora
una volta “attivi, propositivi e coesi” per difendere ciò che con grande coraggio e determinazione fu conquistato in 50 anni di confronto, scontro e dibattito positivo.
L’Associazione ex Consiglieri chiede ai Sindaci attraverso una missiva di farsi promotori, insieme al mondo della scuola, di un rinvigorimento di quello spirito costruttivo, che deve fare in modo – come ancora diceva Ciampitti ai molisani del 1946, appena usciti da una guerra, ma che ancora vale per quelli di oggi che sembrano stiano uscendo da una crisi economica, valoriale, sociale e moraleche
“i molisani ristabiliscano gli equilibri, fornendo prove non dubbie di moderazione, di saggezza, di volontà, nelle manifestazioni della vita pubblica”.
Per Ciampitti la Regione, che mentre stava parlando a quell’assise di Sindaci del 1946 doveva ancora nascere, “sarebbe dovuta essere tenuta a battesimo dalla democrazia, ma la politica non avrebbe dovuto soffocarne la vita”. Egli, infatti, riteneva che per l’amministrazione della cosa pubblica, ad ogni livello, non occorrevano “grandi
programmi politici, capacità oratorie, preparazioni diplomatiche”, ma era necessario “l’onestà, la consapevolezza, la passione, perché gli interessi morali, economici, sociali trovassero i mezzi per laloro tutela e la loro affermazione”. Partendo da Ciampitti dunque, che Di Lisa invita a rileggere ed approfondire anche negli ambienti
istituzionali delle pubbliche amministrazioni e dell’istruzione, l’Associazione degli ex Consiglieri regionali, “vivendo l’attuale stato di sofferenza sociale come il capitano che, dopo aver condotto la sua nave al porto sicuro del benessere e della promozione umana e politica, la vede inaspettatamente affondare per falle dolosamente procurate da sedicenti ammiragli esperti”, chiede che “i molisani di oggi abbiano maggiore avvedutezza nel dichiarare il proprio favore ad annessioni
o smembramenti di comodo”.
Ci sono tutte le ragioni –continua Di Lisa- per dolersi delle degenerazioni e dei guasti dei politici e dei rappresentanti nelle istituzioni di tutti i livelli, ma nessuno può rinnegare i benefici straordinari della buona politica. “Il Parlamento –conclude il Presidente degli ex Consiglieri- recise quella congiunzione con l’Abruzzo nel 1963, riconoscendo ai molisani il diritto di progettare il proprio
futuro, nel quadro dell’ordinamento del Paese. Spetta a noi esercitare con efficienza ed efficacia il diritto sconosciuto allora e messo in discussione oggi”.

Commenti Facebook