Che dalle nostre parti i disservizi in ambito sanitario siano piuttosto comuni, è cosa nota. Ed ormai ne siamo talmente abituati che le questioni che riguardano episodi, anche incresciosi, di negligenza o semplice disorganizzazione, cominciano a scivolarci addosso. E questo non va bene, in special modo quando l’inefficienza riguarda la salute pubblica, pagata con i denari dei contribuenti. Al riguardo è di queste ore la segnalazione di un cittadino ricoverato presso il nosocomio del capoluogo, che ormai da una settimana attende di esser operato per un controllo non urgente, ma comunque serio.
Infatti, se ci si immedesima per un momento nel suo pigiama, il pensiero di dover andare sotto i ferri, non è mai piacevole. Comunque, tornando alla questione che brevemente riassumiamo, il nostro corregionale è stato chiamato dalla struttura per esser ricoverato e sottoporsi all’intervento chirurgico, regolarmente accordato con la struttura. Presi armi e bagagli, Angelo (nome di fantasia, visto il Santo del giorno) regolarmente si ricovera in reparto, in attesa di esser preparato per l’intervento. Questo giovedì scorso. Da quelle che dovevano essere poche ore di attesa necessarie alla preparazione, si è passati improvvisamente ad uno slittamento di alcuni giorni, fino ad arrivare a lunedì scorso. Capita!, avrà pensato Angelo, ma in quello stesso giorno che doveva essere quello giusto, si è visto rinviare a data da destinarsi l’operazione per cause imprecisate. E allora si torna nuovamente ad attendere la chiamata, che doveva essere ad-horas, ma che non arriva, fino a giungere a ieri, mercoledì, quando i medici del reparto gli confermano l’intervento per stamane, alle ore 11:00 circa. E allora compiuta nuovamente la preparazione pre-operatoria, il nostro Angelo viene condotto nelle sale operatorie per la tanto attesa operazione. Ma da subito qualcosa non sembra andare per il verso giusto infatti lui ed i suoi familiari, ormai increduli per il risultato raggiunto, vengono avvisati di un ritardo a causa di complicazioni sull’intervento antecedente il suo. Pazienza, si dicono tra loro, sarà questione di ore. E invece??? E invece accade l’inaspettato. Il nostro povero Angelo, senza preavviso, viene riportato in stanza in quanto la sua operazione è stata nuovamente rinviata a data da destinarsi, per motivi riconducili, pare, alla mancanza di personale anestesista. Quindi, alla luce di questo ulteriore rinvio, se si dovesse ripetere quanto accaduto giusto una settimana fa, si ricomincia daccapo e per Angelo si presenta un nuovo week-end di riposo forzato al Cardarelli, in attesa della nuova chiamata. Detto questo, la riflessione è semplice e prescinde da qualunque sia la motivazione che abbia portato a tale situazione. Quanto costerà alla collettività il nostro povero Angelo per 10 giorni di inutile ricovero? Non poteva essere usato quel letto per altre esigenze? Ed al suo stress, alla sua ansia ed al suo disagio maturato in giorni di trepidante attesa, chi ci pensa? Ed i familiari pendolari che ogni giorno si recano a Campobasso per essere al suo fianco? Si può tollerare una dimenticanza, per carità, errare è umano. Uno spostamento, va bene. Ma dopo sette giorni di tentennamenti, scendere fino in sala operatoria per poi essere riaccompagnati in camera senza capirne il motivo e soprattutto senza una nuova data su cui fare affidamento, dopo una settimana di vacillamenti, è davvero kafkiano. L’unica cosa concreta realizzata in Molise in termini di rientro sanitario, per adesso, è stato il povero Angelo nella sua stanza.