Della dichiarazione dell’Area di crisi Venafro-Bojano il Sindacato darà una propria valutazione nella conferenza stampa prevista per inizio settimana. Qui, allora, non parliamo di merito ma di metodo.
Ci sono molti segnali che, finalmente anche in Molise, qualcosa si sta muovendo e ci sono indicatori positivi di una possibile ripresa economica, occupazionale e sociale.
Anzitutto le opportunità che si aprono con la dichiarata area di crisi, ma anche: le assunzioni alla Fiat di Termoli laddove il manifatturiero sta morendo, l’arrivo di un po’ di risorse aggiuntive per la sanità che continua ad essere, fra tagli e ospedali in smantellamento, il grande malato del Molise, l’approvazione del PSR ed una più efficace programmazione di utilizzo dei fondi comunitari che però vanno spesi entro l’anno, una diversa sensibilità e attenzione ai problemi dell’edilizia che però necessita di un più semplificato utilizzo delle risorse una volta sbloccate, il turismo che sta riempiendo le nostre spiagge ma dove ben di più si potrebbe fare con una moderna legge regionale di sostegno, almeno un dibattito attorno al commercio anche se al momento concentrato su “domenica si, domenica no”, l’interesse di aziende del settore chimico ad ampliare impianti troppo spesso ostacolate da miopie e localismi, lo sblocco della contrattazione nel pubblico impiego dove però va messo a fuoco l’obiettivo di realizzare anche qui una pubblica amministrazione meglio articolata e più efficiente, avviate ristrutturazioni di alcune scuole in uno scenario in cui molti plessi rischiano la chiusura, investimenti per la banda larga e la realizzazione della rete informatica diffusa in un territorio che storicamente soffre della obsolescenza delle reti viarie, ferroviarie e immateriali, alcuni settori dell’agroalimentare che danno segni di ripresa in un territorio che per anni è stato massacrato da pale eoliche e trivellazioni selvagge, …
Non stiamo affermando che i problemi non esistono o sono alle nostre spalle. Più volte li abbiamo elencati e siamo impegnati, come Sindacato, a rivendicare attenzione alle tante vertenze sindacali aperte e a pretendere soluzioni. Ciò non toglie che “qualcosa si muove”. E, proprio per cogliere questi segnali e per utilizzare al meglio le diverse opportunità e crearne di nuove, per costruire un futuro di progresso e di crescita per il nostro territorio, dobbiamo darci un metodo.
L’area di crisi è stata ottenuta perché ognuno ha fatto la propria parte: Sindacato e Organizzazioni degli imprenditori e del lavoro autonomo, Associazioni e Parti sociali, Regione e Amministratori locali, politica e parlamentari, stampa e autorità morali. A partire dalla sottoscrizione del documento “Il Molise che non si arrende” proprio un anno fa. E diamo atto al Presidente Frattura di averlo affermato già in apertura della conferenza stampa di questa mattina.
“Quello è il modello vincente – afferma Tecla Boccardo, Segretario generale della UIL Molisana – confronto aperto, concretezza degli obiettivi, riconoscimento reciproco di ruoli e funzioni, azioni coordinate e concertate, contrattazione diffusa e composizione delle vertenze. Non un indistinto minestrone di contatti, fra il familistico e il clientelare, in cui le differenze e i diversi ruoli si confondono, ma la capacità di valorizzare le peculiarità di ogni parte sociale e di ogni soggetto collettivo e ricomporre il tutto in una strategia condivisa e per un interesse più generale.”
“Organizziamo nel giro di un mese gli “Stati generali del Molise” -propone Boccardo- come occasione di confronto fra le parti sociali, il partenariato, le forze politiche, i parlamentari molisani, le Istituzioni tutte. Diamoci reciproco riconoscimento di credibilità e affidabilità, mettiamo a fattor comune le energie e l’impegno di ognuno, condividiamo percorsi e metodi per affrontare i tanti problemi che ancora ci sono, scriviamo assieme il percorso per la realizzazione delle opportunità che il riconoscimento dell’Area di crisi apre. Facciamo capire, a chi ieri ci ha dato fiducia, che siamo capaci e che il Molise, tutto assieme, ce la fa a tirarsi fuori ed a ripartire. Ora non ci sono più alibi per nessuno e nessuno si può tirare indietro,”