La Rete per l’Autorganizzazione Popolare e l’As.I.a, associazione degli inquilini e degli abitanti, denunciano la situazione abitativa di una famiglia a Larino che vive in una situazione drammatica ma, e non si capisce perché, nonostante assegnataria di alloggio popolare nessuno muove un dito. Questa è l’ennesima storia di una famiglia beffata dall’amministrazione, e nessuno parla, ma andiamo con ordine. Abitano in cinque, madre, padre e tre bimbi, la più piccola di pochissimi anni, in un casolare in campagna, non di proprietà ma in affitto, e con un affitto al limite della comprensione umana, che per rispetto delle parti non ne indichiamo la cifra. Muri lesionati, pavimenti che flettono in maniera anormale, acqua piovana che entra da ogni dove, e per scaldarsi una piccola stufa a legna perché “sai scaldarsi con il metano in queste condizioni – dice il capofamiglia – è impensabile, abbiamo messo questa stufa per alleviare il freddo invernale, ma mi rendo conto che non è la soluzione adatta”.
Allora ci facciamo raccontare la loro storia, la storia di una famiglia normalissima, che fino a quando la crisi economica non si faceva sentire, vivevano dignitosamente, “certo niente di che, però le cose normali potevamo permettercele insomma”, poi arriva la crisi, lui, il papà, lavora nell’edilizia, il settore che nonostante lo strombazzare della politica regionale, non ha mai raggiunto punte di disoccupazione e disagi come in questi mesi, e i prossimi saranno peggio, perde il lavoro, ma per campare la sua famiglia, “si arrangia” come si dice dalle nostre parti, lavora qualche settimana al mese, ma i soldi non bastano, bisogna pagare le bollette, poi fare la spesa, comprare le medicine per i bimbi, che non è strano, ma sono sempre malati, e ti accorgi che dopo pochi giorni, quei soldi son finiti, e non sai come fare. Allora come tutti i cittadini, onesti e in difficoltà, si rivolgono al Comune, sai c’è un’amministrazione giovane e sensibile, avrà pensato, va in Comune, parla con l’assessore deputato alle politiche della casa, parla con il sindaco, e contemporaneamente, sentono la loro storia e trovano la soluzione, siccome il Comune ha delle case dello IACP da assegnare, stila una prima graduatoria provvisoria, e le condizioni abitative di questa famiglia, fanno si che sono primi in graduatoria, da qui l’impegno del Comune “non ti preoccupare, anticiperemo l’assegnazione visto che la tua situazione è al limite” dicono dal Comune, riconoscendo dunque una immediata emergenza abitativa, “per cui tempo qualche settimana e ti sarà assegnato un appartamento, liberato da alcuni inquilini abusivi”. Bene, per le orecchie di questa famiglia è una musica soave, finalmente i bimbi, ma anche loro potranno stare al caldo, finalmente non dovremmo avere più i secchi per raccogliere l’acqua quando piove, si saranno detti moglie e marito, in attimo di comprensibile felicità, per un obiettivo raggiunto onestamente, e sottolineo, onestamente. Ma la felicità dura poco, infatti, per ben tre volte la famiglia viene illusa che “è tutto a posto, lunedì firmiamo l’assegnazione”, “non ti preoccupare vieni domani a quest’ora che facciamo tutto”, cosi il capofamiglia, si ritrova a fare la spola e a fare inutile anticamera, fin quando arriva la doccia gelata, “non possiamo fare nulla, bisogna aspettare la graduatoria definitiva e l’assegnazione dello IACP”, dal canto suo lo IACP ha risposto al Comune, che questo passaggio devono farlo loro, appunto come emergenza abitativa, ma è un passaggio di anticipo se vogliamo, anche perché con la graduatoria definitiva, questa famiglia potrebbe arrivare seconda, ma nella sostanza la situazione non cambia. “Ma come, avevano detto, a fine ottobre, che massimo agli inizi di novembre si sarebbe risolta la situazione – dice amaramente questo cittadino – invece siamo ancora costretti a vivere con i muri spaccati e la stufetta a legna”. Una presa in giro, nei confronti di cittadini che non ha precedenti, nessuno si assume la responsabilità di firmare una sorta di emergenza abitativa per una famiglia che ne ha bisogno? E come si sentono questi personaggi, convinti di amministrare, nei confronti di questa famiglia? Aspettiamo forse che accada l’irreparabile? Intanto vorremmo capire, e lo chiediamo direttamente ai responsabili, se qualche volta sono stati a vedere le condizioni in cui abitano queste persone, e se volete vi ci accompagno io, intanto potete vedere le foto, e ancora, qualcuno ha “periziato” questo stabile? E che tipo di abitabilità è stata data a questa famiglia?