L’occasione sarebbe stata la recente convention di Fiuggi, voluta dal presidente del Parlamento europeo, on.Tajani; nei corridoi, tra una pausa e l’altra e vista la folta presenza di politici di rilievo nazionale, Vincenzo Niro sarebbe riuscito a far focalizzare l’attenzione sull’ipotesi di una sua candidatura a presidente della Regione Molise, per la coalizione di centro destra. Il gruppo è già folto ed altri nomi si aggiungeranno nelle prossime settimane; nell’attesa il gossip si alimenta con quelli di personaggi di navigata esperienza (Iorio, Cavaliere e appunto Niro). Il molisano è il numero due del partito sul territorio nazionale; proprio il suo ruolo di vice segretario nazionale dei Popolari per l’Italia, avrebbe dato all’esponente baranellese la possibilità di entrate in un tavolo di trattativa romano sull’incarico di presidente. Poiché è proprio nella capitale che si gettano le basi per gli accordi locali, il primo passo è stato fatto. Niro ha dalla usa parte quanto detto, il ruolo nazionale e l’esperienza sul campo; di contro è esponente di un partito troppo piccolo per rappresentare la coalizione. In un certo modo abbiamo voluto anticipare quello che sarà il tema delle contestazioni da parte dei suoi ‘competitor’ nel centro destra. Ma non solo: è passato già un paio di volte da una coalizione all’altra ed anche questo peserà nella scelta finale dei partiti, anche se la consuetudine è tutt’altro che rara in Molise. Alla fine l’elemento fondamentale del discorso, la madre di tutte le incognite: cosa farà Rialzati Molise, sarà nel centro destra o nel centro sinistra? E’ il vero nodo risolutivo delle candidature, sia perché quel partito può essere determinante nella scelta del candidato presidente, sia perché Niro con quella compagine, quando aveva altro nome ma uguali protagonisti, ha collaborato politicamente e, per alcuni anni vi ha anche militato (ci riferiamo alla leadership dell’Udc): riuscirà ad essere accolto da figliol prodigo? Vedremo anche questo.
Stefano Manocchio