Il presidente della Repubblica, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal presidente del Consiglio Gentiloni.
Nel pomeriggio il Capo dello Stato aveva visto informalmente il premier Gentiloni e separatamente, i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini.
In serata il consiglio dei ministri che darà il via libera ai decreti elettorali e ha indicato la data delle elezioni, che saranno il 4 marzo.
Al Senato si procede a due votazioni a maggioranza assoluta, poi a una a maggioranza dei votanti e infine a una quarta e definitiva votazione di ballottaggio. Se si votasse anche sabato e domenica (24 e 25 marzo), si potrebbe avere un presidente di Palazzo Madama già domenica 25 marzo. Per la Camera si vota a scrutinio segreto nel primo voto a maggioranza dei due terzi dei componenti, per due scrutini servono i due terzi dei voti, a maggioranza assoluta dal quarto scrutinio in poi. Potrebbero servire più votazioni rispetto al Senato.
Ora manca l’ufficialità per sapere se , come nel 2013, verranno accorpate, con election day, anche le regionali di Lombardia, Lazio e Molise.