Ho letto l’accorato appello dell’assessore Nagni, apparso su alcuni quotidiani il 4 agosto, sul tema del “nuovo assetto organizzativo del servizio idrico integrato” in cui chiede di far presto a far partire l’EGAM, evitando strumentalizzazioni, ed anche a me è apparso necessario fare delle puntualizzazioni. È lodevole la solerzia con la quale, questa volta, la regione Molise si è attivata per il recepimento di quanto previsto dal governo attraverso l’ennesimo d.lgs. (sblocca italia) ponendo l’ennesima fiducia ma andiamo con ordine. La fretta del governo, di attualizzare questa sciagurata riforma del Servizio Idrico Integrato, non è giustificata da alcuna direttiva europea come pure non è giustificata dal superamento di infrazioni europee che invece riguardano solamente il trattamento delle acque reflue per alcuni centri abitati. Quindi vi è una legge e questo è innegabile come altrettanto innegabile è che questa legge, voluta da chi a parere mio non ne ha diritto poiché è il Parlamento a proporre e il governo ad attuare e non viceversa viola ancora una volta, non tenendone alcun conto, l’esito del referendum tenutosi il 12 e 13 giugno 2011.
Inoltre vi è in discussione in Commissione Ambiente della Camera il testo di legge 2212 di riforma, questa volta Parlamentare, dell’intero servizio idrico integrato. Come pure vi è un testo di legge sui piccoli comuni, facente capo a Realacci, che tratta anch’essa la gestione del servizio idrico integrato nei piccoli centri.
Con questa riforma si introducono principi nefasti come l’unicità di gestione su scala regionale e non più l’unitarietà di gestione. Altro bestiale principio obbligatorio, che anche noi saremo chiamati ad applicare, il recupero integrale dei costi di gestione e di investimento attraverso la tariffa dimenticando che l’acqua, insieme all’aria, è l’elemento fondamentale per ogni forma di vita sulla terra. Ma ancora più grave il fatto che se questo principio si lascia applicare, senza che nessuno si indigni, all’acqua credo che in un futuro non troppo lontano possano applicarlo alla sanità, all’istruzione, ai trasporti, alla viabilità, ecc. Se il cittadino deve coprire per intero i costi legati alla gestione dell’acqua la fiscalità generale a cosa serve se con essa non si riesce a garantire più neanche il diritto all’accesso all’acqua e quindi alla vita. Se con questa semplicità si piega la testa alle richieste di chi non ha avuto la legittimazione popolare e quindi lo stato e le sue articolazioni diventano i primi aguzzini dei cittadini, credo che qualcosa non giri più per il verso dovuto e come diceva una canzone di qualche anno fa, “il mondo gira alla rovescia”.
Sembra quasi che non si aspettasse altro che affidare a terzi un ruolo così importante, eppure, caro assessore l’ho invitata a portarci qualche esempio di buona gestione del SII attraverso le vecchie AATO perché di quelle si tratta, gli hanno solo cambiato nome e dandogli personalità giuridica ma per il resto identiche. Non ne può citare alcuna perché lei sa bene che sono un fallimento lungo tutto lo stivale e su tutta la linea, sia per l’inefficienza ma ancor più per i costi dell’acqua. Ci indichi quali sono i vantaggi per i cittadini. Sono preoccupato perché avrei immaginato la regione combattere questa battaglia a difesa dei cittadini che invece vengono ancora una volta messi alla corda poichè dietro la promessa di migliori servizi si nasconde, a livello nazionale, l’ennesimo regalo a pochi amici, due o tre, che dopo aver avuto l’ENEL, la TELECOM, le AUTOSTRADE, le FERROVIE, le POSTE, tra un po’ l’ENI e per finire avranno l’ACQUA.
Ci indichi le motivazioni, oltre a quelle già sentite come – serve a colmare la differenza con altri stati europei che l’acqua la pagano più di noi ed io dico: provate a far pagare l’autostrada o il bollo auto ai tedeschi. Dateci lo stesso potere d’acquisto dell’Inghilterra o lo tesso welfare della Germania, lo stesso loro livello occupazionale e potremo adeguarci anche al costo dell’acqua. Ho suggerito tante strade con le quali raggiungere gli obiettivi di efficienza senza che ciò rappresenti una ulteriore vessazione a vita per i cittadini ma con molta evidenza gli obiettivi sono altri. L’unico modo che creerebbe meno disagi e vessazioni sarebbe quello della gestione c.d. “in house” ma tutti sanno le condizioni economiche in cui deliberatamente hanno spinto i comuni a versare e pertanto tale soluzione con ogni probabilità non sarà perseguibile con la nefasta conseguenza dell’affidamento ad un privato le cui attitudini sono note.
Non mi dilungo ma un’ultima riflessione è d’obbligo: abbiamo ancora le Province, abbiamo le Regioni con i loro assessorati e le loro aziende speciali e vi era bisogno di creare l’ennesimo carrozzone pubblico? Gli enti locali, per norma prorogata al 31/12/2015, devono uscire dalle partecipate e dai consorzi, debbono privatizzare le municipalizzate questo perché tutti sanno, anche la Corte dei Conti, che sono fonte di sprechi e inefficienze e poi chissà per quale arcano mistero questo EGAM invece è immaginato come un modello di efficienza e non come le sostituite sorelle AATO passate a miglior vita dopo i disastri rimediati.
Tranquilli però, che dopo l’accentramento forzato della gestione dell’acqua toccherà ai rifiuti e poi ai trasporti. E già in tanti si stanno sfregando le mani.
Ad ogni modo sulla risorsa “acqua” sarebbe auspicabile un confronto televisivo a cui non mi sottrarrei.
Il Sindaco di Campodipietra
Giuseppe Notartomaso