“La captazione, la distribuzione e la gestione delle acque deve essere pubblica, ovvero affidata ad una società interamente pubblica: l’acqua è pubblica non solo alla sorgente; l’acqua è pubblica quando esce dal rubinetto e la tariffa viene corrisposta al proprio Comune e non alle multinazionali”. Lo ha detto l’esponente del comitato “Lab-l’Isola che c’è” e presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante, in vista del Consiglio regionale che si riunirà venerdì prossimo, 31 marzo, per votare la legge istitutiva dell’Egam, l’Ente che dovrà gestire le acque molisane.
“Alla base di tutto – ha sottolineato – chiediamo il rispetto della volontà popolare espressa dal risultato del referendum del 2011 che il combinato disposto della legge Madia di riforma della Pubblica Amministrazione e dello Sblocca-Italia mette in discussione, aprendo di fatto alla privatizzazione. Lo abbiamo detto allora e continuiamo a dirlo adesso insieme ai comitati, alle associazioni e ai sindaci: noi vogliamo che nel Molise, così come in tutta Italia, l’acqua sia un bene pubblico dalla sorgente al rubinetto”.
In questo senso “la Regione deve assicurare, attraverso la legge regionale, che l’Egam non faccia contratti con i privati e affidi la gestione del servizio idrico integrato ad Enti di diritto pubblico, come potrebbero essere i Comuni per quello che viene definito ‘l’ultimo chilometro’. In una semplice analisi costi-benefici – ha spiegato Durante – nessun costo sarà mai troppo alto per permettere l’accesso universale alla risorsa idrica, e lo Stato, attraverso gli Enti locali, deve assicurare questo accesso. Quanto poi alle argomentazioni relative alla dispersione dell’acqua, alla manutenzione delle reti e alla capacità gestionale, temi tanto cari a chi ha deciso di cedere il servizio idrico ai privati, basti pensare che in una regione ricca di acqua come il Molise basterebbe agire attraverso un serio controllo dell’evasione sui canoni pubblici che è altissima; procedere alla revisione dei canoni per la cessione delle acque alle regioni limitrofe e rivedere le concessioni per la captazione delle acque a fini commerciali, ovvero le acque minerali, per tenere in equilibrio finanziario l’intero sistema idrico regionale.
Altro ancora si dovrebbe fare, “e questo dovrà essere a nostro avviso il principale compito dell’Egam, nel campo della riorganizzazione delle convenzioni con i Comuni, oltre che l’emersione di tutte quelle somme che gli stessi Comuni non hanno mai incassato dallo sfruttamento della risorsa idrica da parte di Enti terzi, e qui si apre un altro capitolo molto interessante. Ci rivolgiamo quindi al Consiglio regionale affinché tenga ben presente questi criteri nel rispetto della volontà di allora, delle esigenze attuali e dei bisogni futuri perché è evidente che sull’acqua si gioca la partita finanziaria del terzo millennio”.
Un ultimo appello Durante lo rivolge a chiunque sia interessato a questi temi, invitando a lasciare un commento o un post sulla piattaforma social ‘Acquarendum’, aperta su Facebook, per lanciare un ulteriore messaggio in difesa dell’acqua pubblica, oltre che coinvolgere il maggior numero di persone possibile sensibilizzandole sull’argomento.