Edilizia al collasso, altro (in)successo del governo Frattura. E la Ricostruzione post sisma la pagano le imprese

La crisi del settore edile è una delle principali cause dell’aumento della disoccupazione in Molise a cui ha contribuito, di fatto, il governo regionale guidato da Frattura innescando il disfacimento di un sistema imprenditoriale che è stato, da sempre, il maggiore sostegno all’economia di questa regione.

Se sul nostro territorio gli effetti della crisi finanziaria si erano sentiti in ritardo ed erano stati attenuati rispetto al resto d’Italia, lo si doveva ad un solo motivo: la spesa dei fondi della ricostruzione dopo il sisma del 2002.

Fondi che avrebbero avuto un effetto tampone, almeno nel settore edile, anche dopo le elezioni del 2013.

In questa legislatura, invece, non solo si è preferito rinunciare ad azioni di stimolo per ottenere ciò che al Molise spettava di diritto, ma non si è proceduto neppure a spendere fondi che i vecchi governi avevano lasciato. L’immobilismo è dimostrabile dal fatto che dal 2013 ad oggi non si è inaugurata nessuna opera pubblica che non sia stata già finanziata dai nostri governi di centrodestra. I dati in proposito parlano chiaro: nella sola Agenzia per la Ricostruzione Post Sisma (ARPS) della Regione Molise sono stati eseguiti lavori per 52milioni di euro (sempre già finanziati dai vari governi Iorio) mentre la rendicontazione per il ristoro economico chiesto al governo nazionale ammonta ad appena 12 milioni. Gli ultimi pagamenti alle imprese risalgono ad aprile 2016 e persino le anticipazioni non sono state erogate con la ripercussione che, di fatto, la ricostruzione avviene a spese delle imprese stesse.

La conseguenza è che ci ritroviamo un settore edile prossimo al collasso totale con drammatiche ed evidenti ripercussioni sull’occupazione rimasta nel settore.

In questi giorni si susseguono le iniziative più disparate per finanziare a pioggia interventi su strade con la consapevolezza, in molti casi, di illudere le amministrazioni comunali.

Intanto, se l’obiettivo più volte sbandierato da Frattura e dal suo governo era quello di sistemare i conti e regolarizzare i pagamenti, possiamo constatare l’ennesimo fallimento senza preoccupazione di smentita.

Noi sappiamo cosa fare per invertire la rotta: meno spot pubblicitari e riorganizzazione della macchina amministrativa dopo la fase distruttiva attuata da Frattura & Co.

Lo chiederemo con forza con una mozione sapendo di scontrarci con una classe dirigente completamente sorda alle proposte per la ripresa del nostro territorio.

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