C’è tanta voglia di sinistra in Molise per restituire speranza, nella politica e nel futuro, a chi non ce l’ha più a causa delle politiche aziendalistiche, padronali e autoreferenziali del governo Renzi. È quanto emerso dall’incontro, avvenuto nello scorso weekend a Campobasso, tra i rappresentanti dei comitati nascenti di Possibile sul territorio e i componenti della direzione nazionale, Gianni Principe – già segretario regionale della Cgil Molise – e Marco Guglielmo.
In particolare, è stata illustrata l’organizzazione interna del movimento con la costituzione della Carta dei Valori e il congresso fondativo nazionale che dovrebbe tenersi nel prossimo ottobre e le campagne referendarie, che saranno subito avviate, contro la riforma della scuola (La buona scuola), del lavoro (Job’s Act), la legge elettorale (Italicum) e la presenza delle trivelle nel mare per la ricerca di petrolio.
Tutte questioni che toccano da vicino anche il Molise. Infatti, sul territorio regionale sono già attivi diversi comitati, cioè le cellule primarie che daranno vita, nei prossimi mesi, ad un radicamento forte del movimento che, sicuramente, sfocerà in un partito nei prossimi mesi. In particolare, all’incontro erano presenti il comitato “Lab – L’isola che c’è”, fondato dal consigliere provinciale e comunale di Campobasso, Michele Durante (primo esponente molisano delle istituzioni tesserato della prima ora con Possibile al congresso nazionale di Roma dello scorso 21 giugno) e rappresentato dal portavoce, Carmine Trematerra, e il comitato “Nelson Mandela”, la cui referente è Ester Villani.
Durante i lavori, è emersa chiara e forte la necessità di rilanciare una cultura di sinistra sul territorio rivolgendosi, in particolare, ai più giovani attraverso una comunicazione fresca e diretta che vada ad incidere sui problemi pratici dei soggetti più deboli, in particolare anziani, pensionati, disoccupati, lavoratori dipendenti precari e nuove generazioni in procinto di entrare nel mondo del lavoro. Proprio come il “target” della sinistra, quella vera ed autentica. Infatti, il saper comunicare e darsi un’identità è un’arte e, in un mondo dominato dalla comunicazione con ogni mezzo e in ogni luogo e a velocità supersonica, è importante il mezzo e soprattutto il modo con cui si vogliono inviare i messaggi. E per ridare speranza, tutto questo è necessario… Anzi, possibile!