“Conferire personalità giuridica ai distretti industriali, garantire l’autonomia organizzativa e finanziaria alle reti locali di piccole e medie imprese, riconoscere, a ciascuna filiera produttiva, la possibilità di eseguire manovre finanziarie evolute, dalla costituzione di fondi comuni d’investimento, alle operazioni di cartolarizzazione, aprendo la strada anche all’emissione di obbligazioni da strutturare attraverso società veicolo create ad hoc e appoggiate a consorzi fidi”.Questi, sono gli strumenti messi a disposizione dei distretti industriali inseriti in uno studio recentemente pubblicato avente quale leit-motiv “pacchetto sviluppo”. Secondo il documento la riforma dei distretti industriali in particolare quelli ubicati nel Mezzogiorno, è una svolta decisiva, giacché la riforma auspicata dagli addetti ai lavori, e invocata da anni, non è stata mai attuata. In questo modo si viene a recuperare un pacchetto di norme che offre alle piccole e medie imprese organizzate in distretti, la possibilità di configurarsi e svilupparsi come soggetto giuridico unico nei confronti del fisco, degli enti che fanno ricerca e sviluppo e nei riguardi del mondo finanziario.
Si tratta, di una manovra, che permetterà a questi soggetti di operare sui mercati economici internazionali attraverso operazioni di cartolarizzazione emettendo obbligazioni, controllando “società veicolo” che si appoggiano a finanziarie e consorzi fidi formati da imprese purché aderenti alle reti locali, senza escludere la possibilità di costituire, insieme ad altri soggetti pubblici e privati, fondi di investimento che agiscano con un capitale di rischio. Tuttavia, hanno aggiunto gli esperti “il “pacchetto sviluppo”, è ancora suscettibile di modifiche anche se l’impianto su cui si basa è ampiamente consolidato”.
Il tutto a dimostrazione che si guarda ai distretti industriali con interesse, perché esperienze isolate spesso e volentieri sono destinate a fallire, mentre l’associazionismo di più soggetti, specialmente se queste sono PMI, permette lo sviluppo economico e finanziario del territorio e il SUD, Molise primo di tutti, è l’humus ideale su cui farlo attecchire.
Massimo Dalla Torre