Il valzer dei numeri cui abbiamo assistito nel corso delle ultime settimane, che mostrano una piccola ripresa in un territorio come il nostro fortemente segnato dalla crisi economica, non devono distogliere l’attenzione da quello che è l’atavico problema del Molise nel corso degli ultimi tre anni: la disoccupazione giovanile.
Difatti gli ultimi dati testimoniano come nella nostra regione il tasso di disoccupazione giovanile abbia raggiunto il valore del 43%, superando anche il 60% in alcune zone del nostro territorio, come per esempio il Basso Molise, dove parliamo di un valore attestatosi al 66,7%. Dati che testimoniano il delinearsi e il prolungarsi nel tempo di una vera e propria “tragedia sociale” cui l’attuale Governo regionale non ha finora trovato un rimedio efficace.
Parliamo, è opportuno nonché necessario ribadire, di un problema che non ha solo una natura economica ma una profonda valenza sociale, perché comporta la perdita di quel capitale umano fondamentale per lo sviluppo dei singoli individui e della società nel suo complesso. I giovani, restando così a lungo esclusi dal mercato del lavoro, perdono difatti la possibilità di maturare le proprie capacità con la quotidiana esperienza lavorativa, con il rischio concreto di perdere tutte quelle conoscenze assimilate durante la fase dell’istruzione e della formazione.
Le grandi speranze riposte da chi ci governa a livello regionale nel Piano Garanzia Giovani sono state finora tradite, come tra l’altro testimoniato dagli ultimi fatti; un piano che in breve tempo ha visto il tema dell’occupazione lasciare il passo a quello dell’occupabilità, riscontrando particolari difficoltà nelle regioni del Mezzogiorno, e nello specifico anche in Molise, dove si rischia di alimentare, senza costrutto, il sottosviluppo assistito.
Il report rilasciato a luglio 2016 dall’ISFOL sullo stato di attuazione della Garanzia Giovani è, difatti, abbastanza impietoso nei confronti del Molise: capacità di impegno della programmazione attuativa pari al 69,45% sui 7.673,74 milioni di euro assegnati (solo la Campania è riuscita a fare peggio); regione che presenta il più alto tasso di emigrazione degli iscritti presi in carico (10,24%), a dimostrazione che oramai il Molise non è più un paese per giovani e in cui il saldo migratorio transfrontaliero assume i valori negativi più elevati; altresì per quanto riguarda il cosiddetto “super bonus” previsto dal decreto direttoriale n. 16/2016 del Ministero del Lavoro, ossia l’incentivo economico riconosciuto ai datori di lavoro che assumono un giovane che abbia svolto, o che stia svolgendo, un tirocinio curriculare e/o extracurriculare avviato entro il 31 gennaio 2016, in Molise sono state avviate solo 15 procedure sul totale di 5.808 di tutto il territorio nazionale. Ricordando, infine, le 182 istanze confermate per la misura del bonus occupazionale, nel complesso emerge quindi un quadro generale insufficiente a porre rimedio al problema cronico della disoccupazione giovanile in Molise.
Viene quindi da chiedersi come mai anche nel Patto del Molise, presentato come la panacea di tutte le criticità della nostra regione, disegnando scenari di sviluppo e di ripresa fortemente ottimistici, non sia stato previsto alcun riferimento alle politiche attive, all’occupazione giovanile nonché alle stesse politiche sociali, settori che devono già scontare la problematicità di un Fondo Sociale Europeo per la programmazione 2014-2020 drasticamente ridotto rispetto al passato, essendo sceso da 103 a 47 milioni di euro.
In questo contesto è necessario che il Governo regionale, con i strumenti a sua disposizione, con azioni concertate anche con il Governo nazionale, dia risposte concrete ai giovani molisani, i quali avvertono in maniera sempre più preoccupante i disagi di una intera generazione che vive ormai costantemente all’ombra del precariato, e quindi nell’incertezza del futuro. All’indipendenza, alla crescita dell’individuo, ci si arriva solo grazie al lavoro, il quale rende nobile l’uomo, gli dà valore e lo gratifica.
Ricordiamo che nel recente passato il governo regionale di Centrodestra varò un’iniziativa molto importante, il Piano Integrato “Giovani Molise 2011-2013”, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 473 del 27 giugno 2011 con l’obiettivo di agevolare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, stimolando l’imprenditorialità ed il sistema produttivo regionale, il quale prevedeva a carico del Fondo Sociale per l’Occupazione e Formazione la somma complessiva di € 11.808.000,00, di cui € 5.008.000,00 da trasferire alla Regione Molise e € 6.800.000,00 da trasferire alla Regione Abruzzo; un unico esempio di sperimentazione di politiche attive facente parte del progetto interregionale Abruzzo – Molise, programmato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche con il supporto tecnico ed economico di “Italia Lavoro”, in grado di produrre risultati importanti di cui ancora stanno beneficiando i giovani molisani.
Bisogna partire da un importante principio, ossia che a tutti deve essere data la possibilità di realizzarsi, per questo già da qualche tempo tra le priorità dell’agenda politica della Giunta regionale sarebbe dovuta essere annoverata anche quella di favorire l’accesso al mercato del lavoro dei giovani molisani, purtroppo questo non è ancora stato realizzato, nonostante i nostri continui appelli.
Quale può essere il futuro di una società che vede costantemente i suoi giovani fuori dal mercato del lavoro, che assiste impotente “all’emigrazione di capitale umano ben formato”, come ben illustrato dal recente rapporto Svimez? Può questa stessa società sopportare i costi sociali, economici, culturali determinati dal protrarsi di questa condizione di estrema difficoltà?
Angela Fusco Perrella
Michele Iorio
Nicola Cavaliere
Giuseppe Sabusco