Si è tenuta lunedì 20 luglio alle 19.30 una assemblea pubblica a Montagano, su iniziativa del gruppo comunale di minoranza “In armonia” e la partecipazione dell’avvocato Massimo Romano, rappresentante regionale Codacons, Il Comitato intercomunale Montagano-Petrella-Matrice, l’ Osservatorio Molisano sulla Legalità , Libera Molise e l’Aig, oltre a cittadini sia di Montagano che dei comuni limitrofi. L’occasione per puntualizzare da parte del Codacons la recente sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato sull’ampliamento della discarica di Colle Santo Ianni. In apertura dell’incontro una valutazione da perte dei componenti del gruppo di minoranza” questa discarica era nata diversi anni fa solo per servire 5 comuni, oggi ufficialmente ne serve circa 60, ma addirittura si vuole continuare ad ampliare. Se analizziamo il Piano dei Rifiuti del 2012, che sta per essere aggiornato dalla regione Molise, ci accorgiamo di un fatto che finora è stato sottovalutato, ossia che Montagano è uno dei siti più importanti del centro sud, perchè nel caso la Puglia e la Campania si troverebbero di fronte a problemi il sito di Montagano dovrà comunqure restare aperto, è una proposta ma già di per se è grave.
“ Noi ci troviamo in difficoltà – affermano i consiglieri comunali di Montagano – visto che la nostra amministrazione comunale concorda con la proposta di ampliamento, eravamo in attesa di un pronunciamento da parte del Sindaco per capire esattamente cosa volesse fare l’11 di luglio ma ancora una volta il silenzio”.
Poi la parola passa all’avvocato massimo Romano per commentare e fare chiarezza sulla sentenza del Consiglio di Stato arrivata il 9 luglio scorso. “Premetto che ho patrocinato a nome del Codacons questa causa, a titolo volontario e gratuito, perchè ci ho creduto e continuo a crederci, smorzando le accuse di voler fare politica. Quando ero in Consiglio regionale non esercitavo come avvocato, oggi ho deciso di fare questo percorso alternativo – ci ha tenuto a precisare l’avvocato-. Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello che abbiamo promosso come Codacons Molise e da parte del Codacons Nazionale, perchè? Il motivo – spiega tecnicamente l’avvocato Romano– è che è stato confermato il difetto di interesse da parte del Codacons rispetto all’ipotesi del progetto prospettato, interesse non in senso generico ma di carattere processuale. Questo tipo di interesse censurato dal tar e dal Consiglio di Stato quale presupposto processuale in azzenza del quale il ricorso viene giudicato inammissibile è interesse giuridicamente inteso che ha a che fare con la prova di un dano, attuale e concreto, che il soggetto ricorrente dichiara di subire. Nello specifico il limite di questa azione giurisdizionale è stato il fatto che, al di là dell’intervento in giudizio che ha fatto il Comitato costituito è mancato un ricorso specifico. La mancanza di una allegazione di questo tipo ha determinato una non lesione tale per cui i giudizi, non sono entrati nel merito ed hanno rigettato il giudizio. Badate bene, nonostante qualcuno sventoli la bandiera della vittoria, il risultato che portiamo a casa da questa sentenza è positivo, ma in futuro è necessaria una maggiore partecipazione e coinvolgimento popolare”. A questo proposito dalla platea si è levata la voce di un cittadino che abita in territorio prospicente la discarica pronto a farsi avanti.
” La battaglia è appena cominciata, proprio a seguito di questa sentenza– continua il rappresentante del Codacons – ciò che abbiamo rivendicato con il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato in realtà ci è stato riconosciuto, come dice espressamente il Giudice del CdS, << gli atti in questione sono di carattere programmatorio che non hanno una lesività immediata, laddove la stessa progettazione preliminare dovesse proseguire resta inteso che le amministrazioni preposte e competenti dovranno seguire i procedimenti di VIA e di VAS>>, ed è proprio questo che a noi interessa per quanto concerne le battaglie future. Pertanto è bene chiarire quale fosse l’oggetto della nostra azione, non abbiamo impugnato l’obiettivo regionale di ampliare la raccolta differenziata, anzi lo condividevamo e lo condividiamo, l’obiettivo di diminuire il rifiuto da smaltire in discarica lo condividevamo e lo condividiamo. Al contrario è stato oggetto di impugnazione il fatto che si andasse aprevedere un apliamento di più di 5 volte l’impianto senza un Piano e senza certificazione di Via e Vas, senza attivare quelle garanzie di partecipazione dei cittadini a questo tipo di scelte e senza coinvolgere gli enti, gli uffici regionali preposti. Questo è un problema che non riguarda solo i cittadini di Montagano ma anche quelli dei comuni limitrofi prima e gli altri comuni molisani poi, sotto l’impianto ci passa il Biferno, la frana è visibile, non si può fare finta di niente”.
C’è ancora un fatto rilevante, avanzato già in precedenza dal Comitato intercomunale, e su cui l’avvocato Romano pone l’accento: ” nella sentenza del CdS c’è un falso, intanto non è vero che la discarica di Montagano sia l’unico impianto di proprietà pubblica della Regione, e quella di Guglionesi? Ugualmente pubblica gestita da un privato in concessione. Ma il fatto rilevante è un altro, su cui dovremmo tornerci, in sede di istruttoria è stato provato che già oggi ci sono comuni della Campania che smaltiscono la frazione dei rifiuti solidi urbani a Montagano, nonostante si affermi che è una programmazione, è una circostanza di fatto e la Comunità Montana nei suoi scritti processuali ha negato, documentato da noi con delibere di questi comuni. E’ lecito mi chiedo informare i cittadini del territorio di quali rifiuti arrivino in dicarica? Mi stupisco anche del fatto che nessuno abbia fatto in sede istituzionale nessuna interpellanza”.
Momenti concitati quando nell’arco della discussione apertasi è intervenuto Antonio Trivisonno, ex sindaco di Montagano, cercando di attaccare verbalmente l’avvocato Romano, ma non essendoci riuscito è andato via dopo pochi minuti. Altro intervento interessante durante la discussione quello di un lavoratore all’interno della discarica che ha affermato: ” potete venire in qualsiasi momento a visitare la discarica, non è come state dicendo voi. Noi all’anno lavoriamo circa 8 quintali di rifiuti”. Ora che si possa entrare in discarica non è vero, in quanto serve una autizzazione, e un grupo di cittadini ha già avanzato la richiesta, poi la cosa interessante è che se in un anno si lavorano 8 quintali di rifiuti a cosa serve ampliare l’impianto per implementare la lavorazione, e lo stoccaggio? Visto che dovrebbe iniziare la raccolta differenziata sia nel capoluogo di regione che nei comuni molisani? Interessante l’intervento del professor Rocco Cirino riguardo al fatto che la frana sul sito è già in atto, ad occhio nudo si vedono non crepe ma voragini, cosa succederà nel momento in cui tornerà la pioggia? E cosa dire in merito al disboscamento che si sta compiendo? Ancora Nicola Frenza dell’OML, riporta all’attenzione il progetto Rifiuti Zero, a cui il Comitato Intercomunale ha già aderito, da presentare come alternativa alla problematica, e ha dichiarato in merito che a fine agosto, inizia di settembre proprio a Montagano si svolgerà una conferenza nazionale, con esponenti nazionali di Rifiuti Zero, e la prima raccolta firme simbolica.
In definitiva tutti i presenti si sono detti concordi dopo la chiusura della riunione di proseguire nell’azione di contrasto all’ampliamento del sito, alla maggiore informazione sui rischi sia ambientali che della stessa salute ed al maggiore coinvolgimento delle popolazioni. La battaglie per i diritti è solo all’inizio.