“Chiediamo che il Governo nazionale e la Regione Molise garantiscano le risorse necessarie, svincolandole dal Piano di Rientro dal debito sanitario, per garantire i servizi di emergenza e salvavita ai cittadini molisani in nome del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione. La spesa pubblica deve essere indirizzata a garantire un diritto inalienabile quale quello alla vita così come è stato fatto, opportunamente, aumentando i fondi per la sicurezza contro il terrorismo che, allo stesso modo, mette in pericolo la vita delle persone”. Lo ha detto il consigliere provinciale di Campobasso del movimento Possibile, Michele Durante, esprimendo solidarietà e condividendo le preoccupazioni degli operatori sanitari e degli ordini professionali (espresse nel documento dello scorso 5 novembre inviato al Prefetto di Campobasso), in particolare del personale precario che garantisce un apporto fondamentale per garantire il servizio e al quale non è stato ancora rinnovato il contratto che scadrà il 31 dicembre 2015 e, contemporaneamente, dovrà adeguarsi alle nuove norme europee sull’orario di lavoro, in vigore dal 25 novembre prossimo, fruendo delle ferie residue.
Infatti, con il blocco del turnover in atto e per il quale il commissario ad acta, cioè il presidente della Regione, non ha ottenuto ancora alcuna deroga dai tavoli ministeriali né approvato il Piano Attuativo Regionale, ci si avvia pericolosamente al collasso dell’intero Sistema Sanitario Regionale già sconta le criticità del reparto di Cardiologia ed Emodinamica del Cardarelli di Campobasso impossibilitato a garantire ricoveri, terapie e procedure interventistiche nell’arco delle 24 ore. Stesso discorso per i reparti di Pediatria, Neonatologia, con i servizi di trasporto neonatale, punto nascita e Pronto Soccorso oltre a Termoli (punto nascita, Pediatria, Ostetricia ed Emodinamica) e ad Isernia, in cui rischiano la chiusura il Pronto Soccorso, la Pediatria e il punto nascita.
“Bisogna tamponare immediatamente queste emergenze – ha concluso Durante – perché i tagli orizzontali non possono e non devono intaccare i Livelli Essenziali di Assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire al cittadino che ha diritto ad avere servizi sanitari di qualità sul proprio territorio”.