Era diretto in Molise il primo TIR di latte tedesco fermato da migliaia di agricoltori e di allevatori della Coldiretti, che, alle prime ore di stamattina, 7 settembre, hanno invaso la frontiera del Brennero, tra Italia ed Austria, per difendere l’economia ed il lavoro delle campagne dai traffici di schifezze di bassa qualità, che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. “Il carico di latte fermato – comunicano il presidente della Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo, ed il direttore Viola – aveva come destinazione il Caseificio Molise srl, con sede a Carpinone, provincia di Isernia, e trasportava 24.600 chilogrammi di latte, destinato ad essere trasformato in latticini e formaggi, che poi si fregiano, in etichetta, della dizione “Molise”.” Nel piazzale scelto come campo base all’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero, direzione sud Austria-Italia, è presente una delegazione di dirigenti di Coldiretti Molise, insieme ad altri agricoltori, trattori, camper e pullman giunti nella notte da tutta Italia. Gli agricoltori sono schierati attorno al tracciato stradale ed hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari, con slogan che dicono: “No all’Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”. Su twitter la mobilitazione può essere seguita con l’hastag #bastaschifezze.
“Dall’inizio della crisi – denuncia il presidente della Coldiretti Provinciale di Isernia, Giovanni Monaco – sono state chiuse in Italia oltre 172.000 stalle e fattorie ad un ritmo di oltre 60 al giorno, con effetti drammatici sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. E’ quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti al valico del Brennero, mentre a Bruxelles si sono mobilitati i giovani della Coldiretti per chiedere un cambiamento delle politiche europee.” “Occorre fermare chi fa affari sulle spalle degli agricoltori e dei consumatori con le speculazioni sui prodotti favorite – rivendica Tommaso Giagnacovo, presidente di Coldiretti Molise – dalla mancanza di trasparenza sulla reale origine e sulle caratteristiche degli alimenti, che stanno provocando l’abbandono delle campagne.” “Oggi anche a causa della concorrenza sleale che fa chiudere le aziende agricole – sottolinea Saverio Viola, direttore di Coldiretti Molise – l’Italia è già costretta ad importare il 40 per cento di latte e carne, il 50 per cento di grano tenero destinato al pane, il 40 per cento di grano duro destinato alla pasta, il 20 di mais e l’80 di soia.
Ma l’invasione riguarda anche prodotti dove l’Italia è praticamente autosufficiente, dall’olio di oliva con l’Italia che si classifica come il principale importatore mondiale per realizzare miscele di bassa qualità da “spacciare” come Made in Italy, fino all’ortofrutta, dove il frutteto italiano che si è ridotto di un terzo negli ultimi quindici anni, con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti. Senza dimenticare il settore delle carni, a partire da quelle bovine, spesso preda di traffici illeciti con l’importazione di animali privi dei necessari documenti e marchi auricolari, soprattutto dall’Est Europeo.” La Coldiretti denuncia che è a rischio per l’Italia il primato europeo nella produzione delle componenti base della dieta mediterranea, per il crollo dei compensi pagati agli agricoltori che non riescono più a coprire neanche i costi di produzione mentre al dettaglio i prezzi aumentano.