Con la DGR n. 285/2015 la Giunta Frattura ha espropriato il Consiglio Regionale, per espropriare più celermente le masse molisane dalla gestione pubblica dell’acqua. Il bullismo istituzionale renziano fà di nuovo breccia. In barba all’art.16 dello statuto regionale e ad ogni elementare democrazia, di fatto, con la sola delibera di Giunta, ha incredibilmente varato una nuova “legge regionale” che abroga la precedente L.R. n.8/2009 ed addirittura ha istituito un ente importante come quello di Governo dell’Ambito. Un far west incredibile ma non casuale, atteso che c’è sempre un rapporto tra il mezzo e il fine: ed infatti tale abuso ben si combina con la finalità di consegnare un bene pubblico vitale come l’acqua, alle grandi lobby di speculatori privati già in agguato, con tutto il disastro sociale conseguente, ed in spregio alla volontà popolare che anche nel Molise si espresse nel 2011 contro la privatizzazione.
Ed infatti la macchinazione è ben congegnata: con l’art. 14 del “disciplinare” all.A della detta delibera, assurta inauditamente al rango di “legge”, Frattura si è anche “auto attribuito” il potere di nominare un Commissario Straordinario che eserciterà tutti i poteri dell’ente d’ambito, “nelle more” della costituzione del Comitato d’ambito, cioè, attenzione, dell’organo che dovrebbe determinare la forma di gestione.
Dato che il tutto dovrà decidersi entro il 30 settembre 2015, sarà molto più facile privatizzare l’acqua del Molise con un uomo solo al comando, nominato intuitu personae.
Con il decreto “sblocca Italia” il governo Renzi velocizza le grandi speculazioni delle varie lobby capitalistiche, destinate a saccheggiare risorse ambientali ed economiche anche nel Molise, dalle devastanti trivellazioni marine al grande pericolo sociale della privatizzazione dell’acqua.
Il governo Frattura, in piena continuità con il precedente governo Iorio, è il comitato esecutivo di questi gruppi capitalistici sul piano regionale, ed è la dimostrazione della sostanziale omogeneità tra i governanti di destra e “centrosinistra” sotto il profilo degli interessi di classe che essi rappresentano.
In ogni modo sappiano, Renzi e Frattura, che dopo la vittoria referendaria del 2011, la gestione dell’acqua deve essere considerata, anche con legge regionale, “servizio privo di rilevanza economica” e perciò stesso incompatibile con la privatizzazione, cioè con l’affidamento ad una società commerciale, che ha in sé lo scopo del lucro, “pubblica”, mista o privata che sia. E, dopo il suddetto referendum, nessun “Decreto sblocca Italia” può imporla.
E’ comunque necessario che, nell’immediato, si trovi un modo per affidare la gestione a “Molise Acque” , che già esiste come ente strumentale regionale, cioè ad un’azienda speciale pubblica regionale, senza finalità di lucro, modificando da subito e ad hoc lo statuto.
Nella prospettiva che Molise Acque, però, dovrà radicalmente cambiare, per garantire, in varie forme, diversi obiettivi: il controllo sociale e democratico sul territorio della gestione idrica, ora in mano ad apparati burocratici non scevri da gestioni opache simili a quelle privatizzate; la perequazione delle tariffe secondo equità sociale ed in base a criteri di uso razionale per combattere gli sprechi; un piano per l’incremento dell’occupazione nel settore, attese tutte le esigenze di risanamento e valorizzazione delle acque ad uso domestico e delle reti idriche fatiscenti.
Difesa dell’acqua in Molise, Di Clemente: bloccare Renzi e Frattura
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