Perché oggi la sinistra non viene percepita come soggetto politico credibile ? Un dato più di tutti può aiutarci a comprendere perché è necessario porsi questa semplice domanda: nel 2007, all’inizio della crisi, le dieci famiglie italiane più ricche avevano una ricchezza complessiva pari a quella di 3,5 milioni di italiani poveri.
Oggi, a ormai dieci dall’inizio della crisi, le stesse dieci famiglie hanno una ricchezza pari a quella di 6 milioni di poveri. Una così smaccata accumulazione della ricchezza in poche mani è la causa peggiore della crisi e contemporaneamente del fallimento delle politiche messe in campo in questi anni dai governi di centrosinistra.
Dal 2007, inizio della crisi, a oggi, i cittadini italiani in condizione di “povertà assoluta” sono passati da 1,8 a 4,6 milioni, di cui un milione composto da minori. In termini percentuali i poveri nel nostro Paese sono saliti dal 3,1 al 7,6% della popolazione (dati Caritas).
Nel Molise, considerando anche gli immigrati, è sotto la soglia di una condizione di vivibilità un quarto delle famiglie, pari a più di 80.000 persone, mentre in alcune aree la disoccupazione giovanile ha superato il 60%.
La disoccupazione, il vero cancro della nostra società, in particolare al Sud sta letteralmente proletarizzando la classe media, spingendo un numero sempre maggiore di persone, un tempo considerate benestanti, nella trappola della povertà.
Per questo solo attraverso una seria analisi della realtà, unita a una rigorosa riflessione sugli errori commessi nel passato, sarà possibile ricostruire un’azione politica credibile nel campo del centrosinistra.
Abbiamo bisogno al Sud e in Molise di sovvertire i metodi di gestione clientelare del potere; occorre liberare risorse nel campo dell’innovazione, incentivare e promuovere l’agricoltura di qualità e il turismo sostenibile, autentico valore aggiunto per il nostro territorio. In tal senso mi preme ricordare che alcuni importanti traguardi sono stati raggiunti: penso all’istituzione del Parco Nazionale del Matese ma anche all’iniziativa partita da dieci comuni e da diverse associazioni ambientaliste per l’istituzione delParco Regionale delle Morge nella valle del Trigno-Biferno.
La ricchezza del Molise sono i 136 borghi e il nostro patrimonio storico, culturale, paesaggistico, i prodotti enogastronomici, elementi su cui occorre puntare concretamente per invertire il preoccupante trend del crescente spopolamento e dell’abbandono delle aree interne. A ciò si aggiunge la necessità di assicurare maggiori investimenti nel campo della messa in sicurezza del territorio e della prevenzione del rischio idrogeologico. Sono diventate troppe le situazioni di criticità sparse sull’intero territorio regionale; una condizione di vera e propria emergenza che va affrontata chiedendo al governo centrale un impegno straordinario con risorse aggiuntive rispetto a quelle contenute nel Patto per il Molise.
C’è nonostante le tante difficoltà un Molise che non si rassegna e che lotta quotidianamente per la difesa dei beni comuni. A partire dalla battaglia in difesa della sanità pubblica. Nella nostra regione e sulla nostra pelle si sta sperimentando da alcuni anni un pericoloso processo di riorganizzazione dietro cui si cela apertamente il trasferimento di servizi essenziali dal pubblico al privato. Ma la sanità non può essere ridotta a merce e le conseguenze di simili decisioni le vediamo ormai tutti i giorni sula pelle dei tanti cittadini molisani.
Lodevole in tal senso è l’azione di protesta e di lotta che il Forum in difesa della Sanità Pubblica sta portando avanti in tutte le sedi, unitamente a quegli operatori che, nonostante la minaccia di ritorsioni nei loro confronti, si sono coraggiosamente messi a capo della protesta
Il Molise che non si rassegna lo vediamo attraverso la tenace lotta che diversi sindaci e amministratori del territorio regionale, unitamente ad associazioni e cittadini, stanno portando avanti contro la proposta di legge regionale di istituzione dell’Egam, una riforma pericolosa che porterà inevitabilmente alla privatizzazione della gestione del servizio idrico nella nostra regione, a discapito dei piccoli comuni e dei cittadini che dovranno far fronte ad aumenti certi delle tariffe. Una battaglia civile che si gioca fuori e dentro il consiglio regionale, dove il contestato provvedimento è tuttora in discussione.
Il Molise che resiste è rappresentato da tutti quei giovani che nonostante le difficoltà comuni alla nostra generazione, quella che più di tutte porta sulle spalle il peso della precarietà, si mettono in gioco rifiutando la comoda ricerca della raccomandazione.
Una forza politica di sinistra oggi non può che guardare con attenzione a queste esperienze per ricostruire un orizzonte credibile di governo anche in Molise, che si ponga in netta discontinuità rispetto all’attuale governo regionale. Se la sinistra fa corrispondere ai valori di cui è storicamente portatrice, non azioni mirate alla ricerca e alla mera gestione del potere (perché in questo caso i risultati li abbiamo visti e sono tutt’altro che positivi), ma è in grado di mettere in discussione il modello economico che ha causato una crescita spaventosa delle diseguaglianze, può ancora rappresentare una possibile speranza. ( Davide Vitiello)
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