Si fa un gran parlare negli ultimi tempi di “salvaguardia dell’ autonomia regionale”, come fosse la panacea per gli innumerevoli problemi di questa Regione. E tutti a strillare contro il Governo Nazionale , additato come il responsabile di questa evenienza. Purtroppo non è così: l’autonomia non è la soluzione, bensì è il problema. La sopravvivenza delle piccole realtà, oggi sovradimensionate rispetto alle loro necessità e soprattutto alle loro possibilità, non può essere difesa con un ordine del giorno né con manifestazioni di piazza: e non c’è Decreto Legge che tenga o che possa stabilirla. Insomma, l’autonomia si difende non con le coperture legislative, bensì con i numeri, con la capacità di essere autosufficienti, con una classe politica degna di questo nome che abbia come obiettivo il benessere comune e non i propri affari privati, che sia in grado di offrire una prospettiva per i prossimi anni. In una fase di enorme difficoltà economica e finanziaria chi governa ha l’obbligo politico e morale di salvaguardare i diritti e i bisogni dei cittadini, non la propria poltrona e lo status che ne deriva. E i diritti dei cittadini si chiamano assistenza sanitaria, posti di lavoro, ambiente, scuola e famiglia. Se per garantire questi diritti si renderà necessario pensare ad una nuova forma organizzativa del territorio, ad esempio accorpando le Regioni in macro aree, allora questa non è più una possibilità: dovrà invece essere un dovere. E veniamo al nostro derelitto Molise.
Perché mai dovrebbe essere difesa l’autonomia di una Regione caratterizzata da:
– La più alta percentuale di disoccupati, soprattutto tra i giovani e le donne;
– Il peggior PIL a livello nazionale;
– Il più alto numero di aziende fallite;
– L’IRAP e l’IRPEF più alte d’Italia ,pagati dai cittadini e da quelle poche imprese ancora in vita;
– La peggiore Sanità d’Italia, con la percentuale più alta in assoluto di p.l. (e di euro) regalati ai privati (40%);
– I peggiori dati epidemiologici riferibili ad alcuni tumori, conseguenza del pessimo stato ambientale;
– Una Protezione Civile praticamente chiusa, affossata da incapacità e insipienza;
– Infiltrazione nei posti di potere di familiari, soci, ex soci ed amichetti/e ;
– Un governo regionale impegnato a difendere interessi privati nei settori chiave come la sanità, le fonti energetiche, i lavori pubblici, e che si è dimostrato incapace, insignificante, addirittura insofferente verso i veri bisogni dei cittadini;
– Una immagine ridicola di fronte al resto del Paese, che ci conosce solo come la Regione di “Vincenzo il portaborse” .
Ecco, qualcuno mi spieghi perché i molisani, sopraffatti dalla povertà e dalla impossibilità di dare una vita dignitosa alle proprie famiglie e una seppur minima speranza ai loro figli, dovrebbero porsi il problema dell’autonomia regionale. Forse per assecondare gli interessi di chi li governa? O per far giocare sulla loro pelle gente che non dovrebbe amministrare neanche un condominio?