In merito alla mancata risposta alle interrogazioni della minoranza, per le quali i consiglieri di opposizione hanno deciso di chiedere l’intervento del Prefetto, il sindaco Basso Antonio Di Brino intende chiarire quanto segue. “In merito alla mancata risposta alle interrogazioni della minoranza – dichiara Di Brino – per le quali i consiglieri di opposizione hanno deciso di chiedere l’intervento del Prefetto, debbo purtroppo rilevare ancora una volta la grande strumentalizzazione che si sta facendo su queste tematiche, non sottacendo però la scarsa conoscenza del regolamento comunale in materia. Per dare ai cittadini il senso e la misura del falso problema sollevato dalla minoranza, informo che ho già provveduto ad inviare una nota al Prefetto, alla Procura della Repubblica, alla Procura Regionale della Corte dei Conti e, per conoscenza, agli stessi consiglieri di minoranza firmatari delle interrogazioni, nella quale ho evidenziato che, ai sensi e per gli effetti dell’art. 48 comma 2 del Regolamento Consiliare, “Qualora non sia pervenuta risposta ad una interrogazione, nel termine prescritto, i consiglieri interroganti, con lettera inviata al Presidente ed al Sindaco, possono chiedere che essa sia trattata come interpellanza e sia portata in Consiglio alla prima seduta successiva.
Qualora la risposta arrivi nel frattempo non si procede alla discussione”.
Ciò posto, alla luce del chiaro disposto regolamentare, l’interrogazione, decorso il termine di trenta giorni dalla sua presentazione, si trasforma automaticamente in interpellanza che può essere discussa in Consiglio Comunale alla prima seduta successiva senza per questo incorrere in alcun vizio di legittimità né tanto meno di illiceità.
Ho voluto inoltre evidenziare che il comportamento tenuto dai consiglieri di opposizione firmatari della nota, non appare essere assolutamente improntato ai canoni di correttezza istituzionale, proporzionalità e buon andamento della P.A. atteso che essi si rivolgono surrettiziamente all’Autorità Giudiziaria Ordinaria e a quella Contabile, pur nella consapevolezza della limpidezza dei comportamenti seguiti dagli amministratori comunali, al solo fine di creare indebite pressioni circa le scelte di indirizzo politico-amministrativo che l’Ente intende attuare, millantando, per di più, asserite amicizie presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Larino e la Procura Regionale della Corte dei Conti.
Spero, quindi, di aver contribuito a chiarire ai cittadini di Termoli da che parte sta la strumentalizzazione”.