Il disegno di legge recante disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo è da considerarsi una vera e propria riforma per un settore decisivo della nostra cultura e della nostra economia che segue il provvedimento dei bonus per i 18enni e per l’aggiornamento professionale dei docenti e l’iniziativa del biglietto a 2 euro per le sale ogni secondo mercoledì del mese che ha incontrato il favore delle famiglie: seicento mila i biglietti venduti, dati che non si registravano da anni e che hanno condotto al cinema praticamente un italiano su cento.
Tornando al provvedimento approvato dal Senato sul cinema voglio mettere in risalto come con questo disegno di legge viene creato un Fondo, il Fondo per lo sviluppo degli investimenti, con non meno di 400 milioni annui, contro i circa 200 milioni di euro, oggi allocati in diversi altri fondi, con il raddoppio netto delle risorse.
L’altro elemento innovativo è quello relativo alla percentuale del fondo, che verrà dedicata alle opere prime e seconde, perché i talenti creativi non vanno aiutati solo a parole ma sostenuti con fatti concreti: la percentuale, tra il 15 e il 18% di tale fondo, ovvero circa 70 milioni di euro, saranno riservati a finanziare le opere di autori non ancora affermati.
C’è poi il capitolo relativo al tax credit, con diverse percentuali: dal 15 al 40 % a seconda delle tipologie e delle finalità degli investimenti per un valore complessivo di 260 milioni di euro.
Il rafforzamento del sostegno al cinema e all’audiovisivo è affiancato da un intervento di incentivi per chi ristruttura e investe in nuovi cinema. Aumenterà il numero degli schermi e la qualità delle sale coinvolgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto a favore del cinema italiano. Per questo viene previsto un Piano straordinario fino a 100 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove.
Grazie al mio emendamento sono stati previsti incentivi rafforzati per la riattivazione di sale chiuse o dismesse presenti nei piccoli comuni (meno di 15.000 abitanti) ovvero per la creazione di nuove sale. E’ un sostegno forte e concreto per gli operatori delle piccole sale cinematografiche, al fine di contrastare la desertificazione a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.
L’obiettivo dell’emendamento approvato è quello di creare nelle migliaia di piccoli comuni le condizioni per i tanti “Nuovi Cinema Paradiso”, di riaprire, restaurando le sale, spesso allocate in edifici di grande valore architettonico e storico, riaccogliendo così nuovi spettatori, come efficacemente sottolineato in Aula dal Presidente della commissione Cultura, sen. Marcucci, evidenziando il valore e le potenzialità derivanti dall’avvenuta approvazione dell’emendamento da me proposto.
Il ddl introduce misure volte alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio rappresentato dalle sale cinematografiche prevedendo esplicitamente un importante vincolo di destinazione per le sale storiche dichiarate di interesse culturale. Con emendamento sono state esplicitamente menzionate le sale d’essai, sedi essenziali per lo sviluppo della cultura cinematografica e audiovisiva.
E’ stato inoltre previsto un piano straordinario di digitalizzazione di tutto il patrimonio cinematografico e audiovisivo, che avrà una dotazione di 10 milioni di euro, per tre anni, a fondo perduto.
Il ddl per la prima volta definisce e riconosce con legge dello Stato le Film Commission regionali come strumento essenziale di supporto alle imprese del cinema e dell’audiovisivo a livello regionale.
Ancora: il 3% del Fondo, ovvero circa 12 milioni all’anno, saranno destinati alla scuola per i corsi di formazione per programmi di educazione all’immagine nelle scuole di ogni ordine e grado, con riferimento, in particolare, al potenziamento delle competenze nei linguaggi audiovisivi, sia sul piano dell’acquisizione delle conoscenze e delle capacità critiche sia in relazione all’utilizzo delle relative tecniche, attività di formazione specifica nelle discipline del cinema e del settore audiovisivo negli istituti e nelle scuole di alta formazione.
Sen. Roberto Ruta