L’Università degli Studi del Molise, con riguardo all’articolo sugli atenei meridionali pubblicato su “La Repubblica” del 24 febbraio u.s., precisa che la tabella ivi riportata sul rapporto tra spese per il personale e dotazione finanziaria, in cui l’Ateneo molisano figura al primo posto con la percentuale del 92%, riprende i dati già pubblicati dal MIUR nel settembre 2013 e riguardanti l’anno 2012. Sulle ragioni di tale squilibrio, per quanto possibile in via di correzione, il Rettore Palmieri ebbe modo già di soffermarsi nella Relazione inaugurale dell’anno accademico 2013/2014 segnalando come lo stesso sia imputabile a fattori di contesto per lo più indipendenti dalle scelte gestionali dell’Ateneo, quali: a) l’età media bassa del personale docente e non, che riduce fortemente il turn over;
b) il livello contenuto delle tasse universitarie richieste agli studenti che, tenendo responsabilmente conto del contesto socio‐economico in cui opera l’Ateneo, non consente di attingere risorse lontanamente paragonabili a quelle di cui possono beneficiarie università collocate in altri contesti territoriali del Paese; c) esiguità delle risorse destinate alla ricerca da finanziatori esterni (enti locali e imprese). L’auspicio è, da un lato, che sia corretto il criterio ministeriale, molto penalizzante per gli atenei del centro‐sud e di dubbia costituzionalità, secondo cui sono da considerare poco virtuose, e in quanto tali non meritevoli di sostegno e di premialità, le università che adeguano l’ammontare delle tasse universitarie alla condizione reddituale delle famiglie del territorio in cui hanno sede; dall’altro, che anche l’Università del Molise possa giovarsi, in prospettiva di reciproca utilità, di accordi strutturali e stabili di collaborazione con gli enti locali, in primis con la Regione Molise, volti a promuovere la ricerca e la formazione in settori strategici per il territorio e i giovani (dall’agro‐alimentare alla sanità, dalle scienze giuridico ‐ economiche ai beni culturali ed al turismo, dalle scienze bio‐ambientali a quelle ingegneristico‐architettoniche). Tali interventi correttivi, anche alla luce dello sforzo di riorganizzazione dell’offerta formativa effettuato in questi mesi dall’Ateneo molisano, sarebbero sufficienti a collocarlo tra quelli più sani e qualificati del nostro Paese, posta l’eccellente qualità del personale tecnico–amministrativo e docente in servizio. Quest’ultima testimoniata dai risultati delle procedure di abilitazione scientifica nazionale appena
conclusesi, che hanno premiato all’incirca 60 professori di Unimol, pari a circa il 20% dell’intero corpo docente; un numero che in termini percentuali ha pochi confronti in Italia.