” Terra di nessuno era originariamente usata per definire un territorio conteso o una discarica per rifiuti posizionata tra due feudi. Il termine feudo deriva dal latino medievale. Il medioevo è proprio il tempo che viviamo a Montenero di Bisaccia. Un tempo dove tutto è consentito perché nessuno parla, nessuno vede, nessuno sente. Come la storia delle tre scimmiette. Dunque una storia da medio evo che, quando non fa ridere, evoca un pianto inquietante molto simile a quello che, per tornare all’attualità, “spuzza” di mafia. Storia di potere e di potentati locali che sfuggono ad ogni controllo: sia a quello istituzionale che a quello democratico, purtroppo dormienti o fagocitati.
Nel frattempo l’impunità nel campo della pubblica amministrazione aumenta a dismisura, a dispetto delle leggi che inaspriscono le pene ma non riducono la delinquenza, nelle losche e corruttive attività della politica che traboccano sulla cronaca quotidiana. Prendiamo, per parafrasare la “terra di nessuno come discarica per rifiuti”, il caso della biomassa, tra le tante questioni ambientali aperte. Un impianto costruito abusivamente a ridosso del nostro centro abitato con procedure illecite, dove una macabra statistica ci dice che le persone che vi risiedono muoiono prima che altrove e spesso per cause tumorali, che opera allegramente da circa un anno senza più autorizzazione, che inquina l’ambiente e danneggia la salute con emissioni in atmosfera dichiarate fuori legge e classificate “di rilevanza penale”. Un impianto che qui tutti ormai chiamano IL MOSTRO perché difatti così si mostra a quanti si chiedono perché sta lì, costruito su un Sito di Interesse Comunitario, tra ammassi di grano e insaccati di ventricina, dove non poteva e non doveva stare, a sbuffare veleni che siamo costretti a respirare ininterrottamente.
Ebbene, i sostenitori del mostro hanno colpito ancora ieri sera in consiglio comunale, quando resistendo alla politica onesta, hanno impedito in modo rozzo e sguaiato la discussione di una petizione promossa da tanti cittadini dalla schiena diritta. Un sacro principio statutario di partecipazione popolare violato e oltraggiato col piglio dell’arroganza e del ricatto verso quanti hanno rivendicato il diritto di prendere la parola per non farsi rubare la salute e per proporre visioni alternative. Atto di prepotenza rivelatore di cultura oscurantista e di pensiero debole. Ma Montenero è “terra di nessuno” anche nella versione di territorio conteso.
In particolare nel senso delle contese amministrative a cominciare da quelle che si formano per il dilagante trasformismo politico, vero e proprio “costume locale” di mestieranti saltafossi, dediti all’affarismo senza scrupoli ed al clientelismo sfrenato, che non si fermano all’uso improprio delle finanze, ma che vanno oltre, colpendo anche i beni patrimoniali pur di raccattare qualche voto o di ricattare chi non si piega. L’ultimo esempio è di ieri e riguarda il nuovo Responsabile della Vigilanza Urbana di cui, guarda caso, si conosce da tempo non solo il nome ma persino la taglia della divisa che dovrà indossare prima ancora che si svolga la selezione pubblica. Per non parlare del disservizio idrico che ci ha costretto, ieri, a bere acqua al gusto di trialometani e, oggi, di cloriti intanto che in fondo al tunnel dell’inefficienza hanno già previsto la privatizzazione della sua gestione così come hanno fatto in modo indecente con la sanità .
Oppure di un metanodotto con annesso centro di stoccaggio che torna a materializzarsi negli incubi delle persone che ancora non riescono a cancellare le immagini ed il terrore delle esplosioni di Gennaio 2004.
Una domanda sorge spontanea appena dopo aver pensato alla necessaria mobilitazione che comunque ci vedrà impegnati:
– di queste dolorose situazioni che, unite alla crisi di lavoro, determinano la fuga di tanta gente da questa martoriata “terra di nessuno”, come da altre terre di una “Regione di nessuno”, non è forse lecito aspettarsi che qualcuno che se ne occupi, metta finalmente in campo i suoi poteri ed i suoi doveri, specie quando diventa incontrovertibile che taluni amministratori, per strani o illeciti motivi, abdicano al loro compito di controllori e condividono gli affari dei controllati?
Una domanda che non può essere elusa ed una risposta che non può essere rimandata. È tempo di agire, quindi, per bonificare e per risvegliare senso civico, trasparenza delle istituzioni, legalità della politica”, questa la nota stampa di Nicola D’Ascanio, capogruppo di Montenerovince.