Il due febbraio, giorno che segna la data di adozione della Convenzione di Ramsar, ricorre la giornata mondiale delle zone umide, ecosistemi particolarmente sensibili e quindi particolarmente minacciati dall’impatto dei cambiamenti climatici, che sono però una preziosa risorsa di acqua, di cibo e di stoccaggio del carbonio. La comune strategia di lotta ai cambiamenti climatici nella quale siamo fortemente impegnati, ci offre, dunque, la possibilità di ricordare il ruolo fondamentale che svolgono questi ambienti per i nostri ecosistemi Lo slogan internazionale della giornata, “le zone umide per il nostro futuro”, non potrebbe essere più appropriato!
Il percorso di informazione e sensibilizzazione sull’importanza del contrasto ai cambiamenti climatici, si avvale grandemente della esperienza e del contributo della nostra Rete di Natura e Territorio, che riunisce le aree protette affidate a Legambiente su tutto il territorio nazionale e che quotidianamente porta avanti esperienze di conservazione della biodiversità grazie alle quali contribuiamo alla protezione di habitat e specie, alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e alla valorizzazione di territori troppo spesso considerati marginali e non adeguatamente tutelati dalle politiche nazionali.
In occasione della giornata mondiale delle zone umide, Legambiente Molise, Legambiente Scuola e Formazione Molise, il circolo Archè di Santa Maria del Molise, il Circolo Eugenio Cirese di Campobasso e il Circolo Legambiente del Matese di Piedimonte Matese, propongono tre iniziative, a partire dal 30 gennaio, per aderire alla campagna mondiale di sensibilizzazione sull’importanza della conservazione degli ecosistemi per la salute del pianeta e per partecipare alla mobilitazione che ha come tappa principale quella della CoP 2015 di Parigi.
Il messaggio degli ambientalisti, quando propongono la sensibilizzazione e il coinvolgimento della cittadinanza, raccontando la bellezza e “l’utilità” di laghi, paludi, torbiere ma anche di aree marine protette, parchi e foreste, non è un racconto intimista e romantico, non vuole far passare sentimentalismi o tuffi nel passato, ma concretamente informa sul ruolo che tutti questi luoghi svolgono per la regolazione del clima, ma anche per la conservazione della vita e della sua diversità.
Malgrado ciò, secondo quanto riportato nel sito , dal 1900 è andato perduto circa il 64% delle zone umide del Pianeta.
Dal 30 gennaio al primo febbraio, Legambiente nuovamente in campo per il Parco Nazionale del Matese
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