Confusione, numeri in calo, depressione. Il Molise non aderisce al Fus, dicendo no a decine di migliaia di euro. Per il 2017 la parola d’ordine sarà ancora razionalizzazione nonostante la esternalizzazione di alcuni servizi da centinaia di migliaia di euro. Intanto continua a scendere il numero complessivo dei visitatori nei siti molisani. La sensazione è che la Regione stia alzando bandiera bianca
Ciò che temevamo e non ci auguravamo è successo: il Molise non aderirà al Fondo unico per lo spettacolo. Giorni fa, in una interrogazione, avevamo chiesto al governatore di anticiparci la decisione. A risponderci è invece stato il cda della Fondazione Molise Cultura che ha deliberato di non aderire al Fus 2017, “sulla base di considerazioni di ordine logistico-organizzativo e in nome di un’attenzione sempre più qualificata e qualificante rivolta al territorio”.
Molise Cultura ha subito spiegato che“lasciarsi guidare esclusivamente dalla tirannia dei numeri non fa bene al teatro nel suo complesso”, ma qualche dato ha voluto citarlo comunque. “In relazione all’anno 2016, a fronte di un impegno di spesa di circa 500 mila euro, il contributo indicato dal Fus è stato pari a 65 mila euro (circa il 12% che verrà erogato, con ogni probabilità, dopo giugno 2017)”. Insomma aderire al Fondo non converrebbe. Ma ci sono altri numeri citati sempre da Fmc.
Ad esempio i “16.669 spettatori paganti su 16 palcoscenici regionali” che “costituiscono un risultato interessante, ma non sempre e non in ogni luogo, proporzionale allo sforzo portato avanti”. Anche perché “in alcuni casi gli spettacoli hanno visto la partecipazione di 4, 5 spettatori, dato che non costituisce un’opportunità per attori e compagnie. Lo sforzo logistico e organizzativo, inoltre, si è scontrato con problematiche legate alle strutture, non sempre adeguate e con difficoltà promozionali e logistiche legate alla specificità del territorio”. Insomma è la stessa Fondazione a fotografare il triste stato del settore in regione: difficoltà organizzative, scarso coinvolgimento dell’utenza, carenze strutturali. Nonostante tutto la Fmc ribadisce “il suo intento di sostenere le attività dello spettacolo, in un’ottica di razionalizzazione delle risorse”. Tradotto: stringiamo la cinghia e andiamo avanti, un concetto che mal si sposa con la qualità tanto agognata.
La sensazione è quella che la Regione stia quasi alzando bandiera bianca. E del resto per il MoVimento 5 Stelle Molise manca la capacità di programmare, la visione nel medio-lungo periodo, la capacità di far girare al meglio il circuito. Ad esempio da un lato la Fondazione annuncia la razionalizzazione della spesa, dall’altro esternalizza servizi per 250 mila euro alla società Multitasking che ha anche il compito proprio di predisporre la rendicontazione delle attività per il Fus. Ma i dati dicono anche altro.
Il Molise è ancora una volta all’ultimo posto per numero di visitatori nei siti d’interesse culturale, un numero che continua a scendere. Come recitano i dati del Mibact nel 2014 i cittadini che avevano scelto di ammirare le bellezze molisane erano stati 78.812, scesi nel 2015 a 76.044 e nel 2016 a quota 75.205. Sui 12 siti presenti nella graduatoria del Mibact solo 5 sono in attivo rispetto allo scorso anno. Le buone prestazioni del Museo Paleolitico di Isernia, del Castello di Civitacampomarano del Teatro di Pietrabbbondante non tappano la falla delle altre strutture in perdita il cui simbolo è l’area archeologica di Sepino, un tempo fiore all’occhiello dell’offerta molisana, che scende da 17.277 visitatori nel 2015 a 13.407 nel 2016. Senza contare gli altri cali registrati in ogni parte del Molise: dal Castello Pandone di Venafro all’area di San Vincenzo al Volturno, passando per Palazzo Pistilli e il Museo Archeologico di Campobasso. A questo aggiungiamo l’assenza di professionalità in grado di gestire al meglio il circuito dei siti culturali, visto che il bando apposito sembra rimasto in un cassetto del Ministero da anni. I numeri del 2016, per altro, non tengono conto di quanti hanno visitato i siti molisani in maniera gratuita.
Il quadro illustra il fallimento del Mibact e la sua scelta di far gestire l’intero patrimonio culturale molisano ad un’unica associazione, una decisione alla quale ci siamo sempre opposti, invece di fare rete mettendo le varie associazioni in sinergia. Ma è anche il fallimento di una Regione che continua a perdere terreno nonostante il patrimonio a disposizione. Con questo tipo di politiche gestionali e solo con esse lo sconforto è una conseguenza quasi scontata.