Il periodo dell’anno durante il quale trova massima espressione la fantasia italiana dietro i fornelli è quello che va da Natale a S.Silvestro; la varietà e quantità di pietanze è unica al mondo, perché da nessuna parte come da noi dietro una tavola imbandita si concentrano temi spirituali e materiali, tradizioni ed innovazione. Ci sono pietanze che forse solo in questo periodo verranno proposte, ad iniziare dalle lenticchie con zampone e cotechino o le frittelle ripiene di baccalà e cavolfiore, condite con una salsina leggera; anche le anguille e capitone, al sugo o fritti, raramente si degustano fuori da questo periodo fatta eccezione per le zone di produzione.
Antipasti che non sempre vengono preparati durante l’anno, come la cosiddetta ‘insalata di rinforzo’ ed altri di uso comune come il pinzimonio. Il 26 le polpettine di carne in brodo servono ad ‘alleggerire’ il tour de force dei due giorni precedenti. E poi: a Roma i carciofi fritti, nel Sud il cappone imbottito e ovunque l’agnello alla brace o in fricassea, ma anche il pollo con le noci, la classica lasagna (al sugo o in brodo). Poi una varietà di dolci quasi sterminata, dai roccocò ai mostaccioli in diverse varianti, gli struffoli e i ‘calcioni’ (ravioli di pasta dolce con ripieno di mosto o marmellata), le ciambelle di varia natura, panettoni e pandori di ogni specie, le bucce d’arancia ricoperte di cioccolato fondente; nel mezzo la frutta secca (noci, mandorle, fichi, datteri) e quella esotica (avogado, mango,chili) e quella più tradizionale dall’ananas al melone bianco di Natale. C’è poi la tradizione nostrana di tutti i giorni, dalla pizza e minestra alle pallotte cacio e uova. Si potrebbe continuare ancora, ma l’esempio vale per dire che alla fine quello che è importante è lo spirito aggregativo, il vedersi e il ritrovarsi e passare giornate tranquille prima del ritorno alla quotidianità. Buon Natale e Felice Anno Nuovo ai nostri lettori.
Stefano Manocchio