I fenomeni improvvisi generalmente sono di breve durata, Questo, però non sta avvenendo per la cucina e tutto il mondo che gira intorno. L’inflazione di programmi gastronomici in video non conosce sosta e aumenta con il passare del tempo; prima gli chef stellati, poi i cuochi, pasticcieri, adesso i programmi per camerieri, gli alberghi e i bar. Non c’è giorno che non esca fuori qualche format collegato direttamente o inidirettamente al mondo della ristorazione e dell’accoglienza. I titoli si sprecano, da MasterChef ad Hell’s Kitchen, 4 ristoranti, Cucine da incubo, O’mare mio, La prova dei cuochi; i tempi della Clerici e della Parodi sembrano preistoria e pure è storia di ieri.
Così si creano personaggi diversi fra loro, ma creati ad hoc: Carlo Cracco è inflessibile e severo, Antonino Canavacciuolo il gigante buono, chef Rubio è per la gente semplice, Iginio Massari la severità composta e così via. La spettacolarizzazione della cucina la sta portando in alto ma, secondo me, la sta snaturando e privando dell’essenza, cioè il sapore e la lavorazione; il contorno di spettacolo è troppo ricco e innaturale.
Non voglio esprimete concetti retrogradi, ma credo che sarebbe ora di recuperare il ‘cuore’ del lavoro in cucina, casomai rinunciando a qualche uscita nelle tv o sui giornali, oppure tutto prima o poi deborderà, perdendo consistenza. Buona domenica
LA RICETTA DELLA SETTIMANA.Fritto di sarde e scarola. Far lessare la scarola in acqua e limone, poi immergerla in acqua fredda. Frullare una burrata con olio, sale e poco latte. Infarinare le sarde e friggerle con olio, aglio, pinoli e uvetta. Impiattare il fondo di burrata, con sopra la scarole ed a guarnire le sarde
Stefano Manocchio