Cristiano Sociali: Bene aumento del 22% delle assunzioni stabili nel 2015

I dati INPS allegati certificano che nel 2015 sono aumentati del 22% le assunzioni con contratti a tempo indeterminato in Molise confermando una positiva inversione di tendenza già anticipata dalle stime ISTAT, da quelle della Banca d’Italia e da diversi Centri Studi Nazionali tra cui Impresa Lavoro che recentemente aveva pubblicato su Il Sole 24 ore la propria ricerca da cui emergeva un aumento di 1.533 posti di lavoro stabili nella nostra regione. Per il Movimento dei Cristiano Sociali è importante prendere atto con dati ufficiali certificati dall’INPS che in Molise cresce l’occupazione stabile e a tempo indeterminato, perché questo elemento aiuta a costruire una prospettiva di sviluppo solida che parte dai diritti dei lavoratori e dal miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Leggendo le statistiche si assiste alla trasformazione di molti contratti da precari o a termine in assunzioni a tempo indeterminato in Molise con una novità sostanziale per i lavoratori coinvolti. Gli stessi potranno accedere a un mutuo bancario per l’acquisto della prima casa e potranno programmare meglio la propria vita familiare. Al di là delle posizioni di parte che mirano o ad enfatizzare il dato statistico o a disconoscerlo per mera strumentalizzazione, per il Movimento dei Cristiano Sociali ci si trova al cospetto di una positiva inversione di un trend socio-economico che dal 2007 al 2014 aveva chiuso sempre in negativo con la perdita di posti di lavoro e con la precarizzazione dei contratti che da stabili diventavano a termine o a collaborazione co.co.pro e co.co.co.. Finalmente nel 2015 i contratti a tempo indeterminato per i primi undici mesi dell’anno crescono del 22% e incoraggiano i giovani ed i meno giovani a restare in Molise con un recupero di fiducia sociale e di prospettiva di vita. Per accompagnare la ripresa economica avviata e consolidare la crescita dell’occupazione stabile e sicura c’è bisogno di unità tra i sindacati e le imprese per difendere gli investimenti della Momentive di Termoli e lottare per attrarre altri investimenti produttivi privati. Se la difesa del lavoro non parte da accordi tra sindacati e imprenditori è più difficile creare quel clima di fiducia più ampio che serve per rilanciare il nostro territorio. A causa della fragilità del sistema produttivo in Molise nell’ultimo decennio si è assistito al confronto tra sindacati e istituzioni, tra sindacati e Regione come se il lavoro non appartenesse più alle imprese e agli imprenditori ma dipendesse dagli amministratori pubblici. Una distorsione culturale nefasta che ha consegnato alle polemiche politico il terreno del confronto sociale sul problema più importante di tutti, quello del lavoro. Si è fatta strada l’idea bislacca che in Molise il lavoro non lo crea l’impresa che sta sul mercato ed è tenuta a rispettare le leggi, ma il politico di turno che utilizza le tasse dei cittadini per dispensare posti di lavoro fasulli in modo clientelare. Al di là di chi amministra nei Comuni o alla Regione, se in Molise non si riscopre una verità elementare che è troppo ovvia per essere assimilata, e cioè che il lavoro lo crea l’imprenditore privato, l’azienda concorrenziale efficiente e motivata, non si andrà da nessuna parte. Servono accordi interconfederale e intese di categoria sui problemi dei diversi settori economici.  Occorrono progetti di sviluppo aziendale condivisi da sindacati e imprese su cui coinvolgere le istituzioni. Si rifletta sulle proprie responsabilità e ciascuno si adoperi per la propria parte. Solo così il Molise riparte.

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