Ho condiviso le vostre proposte di merito sulla vertenza dello Zuccherificio, inserendo integralmente la vostra nota unitaria sulle politiche attive del lavoro del 12 ottobre 2016 nel testo della Mozione a mia firma approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale del Molise nella seduta del 18.10.2016 con Delibera n. 321/2016.
Con la stessa lealtà, e nel pieno rispetto dell’autonomia sindacale, vi esprimo una forte preoccupazione per la vostra nota del 20 febbraio 2017 sulla crisi della filiera avicola molisana che sinteticamente sollecita un impegno finanziario alla Regione Molise teso a ricollocare e/o ad incentivare l’esodo dei dipendenti della GAM di Bojano per agevolare la stipula dell’intesa con il Gruppo Amadori.
Mi scuso per non essere stato chiaro nella precedente nota del 16 febbraio e provo ad esplicitare meglio lo stato dell’arte sulle crisi industriali che hanno determinato contestualmente le pesantissime crisi della filiera tessile, della filiera bieticolo – saccarifera, della filiera avicola e dell’indotto metalmeccanico sul nostro territorio.
La Regione Molise per il periodo 2007-2013 ha beneficiato di 102 milioni di euro di Fondo Sociale Europeo POR-FSE orientati all’istruzione e al lavoro, nel mentre per il periodo 2014-2020 è stata costretta a sopportare un taglio di 55 milioni di euro vedendosi attribuire 47 milioni di euro da destinare per 35 milioni all’istruzione, formazione e lavoro, e per 12 milioni al nuovo Obiettivo Tematico 9) di contrasto alla povertà. Quindi per 6 anni la Regione Molise dispone in tutto di 35 milioni di fondi europei per sostenere le politiche attive di istruzione, formazione e lavoro per 96 mila inoccupati, disoccupati, giovani NEET, cassintegrati e dipendenti di aziende in crisi. Nel Patto per lo Sviluppo del 26 luglio 2016 firmato con il Governo e finanziato con il Fondo di Sviluppo e Coesione FSC 2014-2020 non c’è un euro per le politiche attive del lavoro, ed il Bilancio della Regione Molise non è più in grado di sostenere nemmeno una dignitosa organizzazione dei Centri per l’Impiego che versano in una condizione di disagio drammatica, come ben sanno le confederazioni sindacali e le organizzazioni di categoria del pubblico impiego.
Siamo arrivati al paradosso che la Giunta Regionale, come vi ho anticipato nella nota del 16 febbraio scorso, ha adottato il 30 dicembre 2016 la Delibera n. 638 con cui sottrae parte dei 52 milioni di euro stanziati dallo Stato per saldare i pagamenti delle mobilità in deroga a 2 mila lavoratori molisani per il triennio 2014-2016, per stornarli sulle politiche attive a sostegno dei dipendenti delle aziende in crisi dall’Ittierre allo Zuccherificio passando per la GAM e la filiera avicola.
In particolare per essere più espliciti sono state tolte le indennità di mobilità in deroga per 7 mensilità nel 2015 e 6 mensilità nel 2016 a 2 mila famiglie che vivono in forte sofferenza sociale e aspettavano quei fondi per pagare i debiti e fronteggiare le spese di prima necessità. Può essere la guerra dei poveri tra disoccupati e lavoratori delle aziende in crisi la soluzione da perseguire? Non è il caso di rimettere in discussione la Delibera di Giunta Regionale n. 638/2016 e restituire i fondi ai legittimi destinatari del finanziamento nazionale?
Le risorse sulle Politiche Attive del Lavoro a sostegno dei dipendenti della filiera bieticolo – saccarifera, tessile, avicola e metalmeccanica, deve appostarli il Governo nell’Accordo di Programma sull’area di crisi industriale complessa riconosciuta ai sensi dell’art. 27 della legge n. 134/2012 con Decreto del 7 agosto 2015 del Ministero dello Sviluppo, a cui ha fatto seguito il riconoscimento dell’area di crisi semplice per il Basso Molise e lo Zuccherificio sempre ai sensi della stessa legge n. 134/2012.
Il sindacato nazionale deve aiutarci a sostenere la “Vertenza Molise” con il Governo per consentire la restituzione dei 142 milioni di euro tagliati tra il POR 2007-2013 ed il POR 2014-2020. La Provincia di Isernia ha perso 2 mila posti di lavoro su 88 mila abitanti con la crisi dell’Ittierre, e lo Stato fugge dalle aree interne, chiude gli uffici e blocca il turn over nei comuni, nella sanità e in tutti i settori pubblici.
I nostri giovani sono costretti ad emigrare come i nostri padri ed i nostri nonni, e la Regione Molise con i suoi limiti strutturali, ed i propri errori è sull’orlo del fallimento con una sanità commissariata da 10 anni e una mole di debiti che ne impedisce ogni possibile margine di rilancio con i propri fondi.
Michele Petraroia