Crisi dell’editoria regionale. Si intervenga con urgenza ed efficacia

La crisi dell’editoria regionale rischia di indebolire il già fragile sistema dell’informazione locale con conseguenti tagli del personale, ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali, riduzione degli investimenti in nuove tecnologie o in progetti di innovazione digitale, e contrazione degli spazi di confronto, approfondimento e di inchiesta. Il monito dell’Associazione Stampa Molise merita una risposta rapida ed efficace, con l’insediamento di una sessione istruttoria congiunta delle Commissioni Consiliari Regionali competenti sia in materia di lavoro che di politiche culturali, tesa ad individuare insieme alle imprese del settore, alle forze sindacali e a tutte le rappresentanze professionali, le possibili soluzioni da adottare con la massima celerità possibile. Bisogna raccogliere i dati salienti sull’andamento dell’occupazione nel settore, sulla contribuzione pubblica agli organi d’informazione, sull’evoluzione del numero degli occupati, sulla qualità dei contratti praticati e sulle modifiche urgenti da apportare alla normativa regionale in vigore. Si tratta di ricostruire un quadro di certezze capaci di reggere l’urto dell’aumento esponenziale dei costi in un settore in rapidissima trasformazione al fine di evitare la perdita di professionalità, competenze e imprese editoriali locali, con l’obiettivo di tutelare l’occupazione e preservare degli spazi di informazione gestiti da operatori del nostro territorio. L’On. Fiorentino Sullo in sede di Assemblea Costituente mise in guardia dall’eccesso di concentrazione di poteri istituzionali in ambiti territoriali troppo angusti, onde scongiurare intrecci incestuosi tra politica, economia e organi di controllo, paventando una limitazione della libertà e della democrazia in quelle aree. Il Molise ha il dovere di superare l’anatema dell’ex-Ministro Sullo, dimostrando che anche in una micro regione con un modestissimo numero di abitanti ed un fragile tessuto economico e sociale, è possibile garantire un rapporto corretto tra istituzioni, imprese e cittadini, a vantaggio della democrazia, del pluralismo dell’informazione, dell’autonomia della stampa, e di un progresso generale del territorio che non può che trarre benefici da una sana dialettica tra idee, appartenenze, sensibilità e culture.
Michele Petraroia

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