“Oggi con l’avvento delle normative comunitarie come la Direttiva 2000/60 e la 2007/60, e quindi con la redazione dei Piani di Gestione delle Acque e del Rischio Alluvione vediamo finalmente riconosciute le nostre istanze, e cioè la salvaguardia ambientale dei nostri territori attraverso la salvaguardia della risorsa idrica che rappresenta un nostro patrimonio”. Così il Consigliere Regionale con Delega alla Programmazione e all’Autorità di Bacino, Vincenzo Cotugno, è intervenuto nel corso del IV Ciclo di Forum di Informazione e Consultazione Pubblica dell’Appennino Meridionale durante il quale sono stati presentati i risultati ottenuti dalla Regione Molise per arrivare, all’unisono con le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio e Puglia, ad una pianificazione maggiormente condivisa sul Piano di Gestione del Rischio Alluvioni.“Sappiamo tutti che la Regione Molise è una delle Regioni italiane che ha un patrimonio idrico largamente superiore ai propri fabbisogni – ha sottolineato Cotugno – ma al tempo stesso ha un peso in termini di popolazione estremamente modesto ed in passato, purtroppo, ha rappresentato per le Regioni limitrofe, territorio di conquista con la complicità dello Stato Centrale (basti pensare ai Pozzi di Sesto Campano, alle Sorgenti del San Bartolomeo, alla Diga di Chiauci e a quella di Occhito ed ancora alle sorgenti del Biferno) ricevendo in cambio quasi nulla”.
Regione Molise che, come ha spiegato infine il Consigliere Regionale Delegato alla Programmazione e all’Autorità di Bacino “nella fragilità del suo territorio più volte si è trovata a subire il degrado ambientale, forse anche a causa di uno sfruttamento eccessivo della risorsa idrica operata da altre Regioni, le quali ovviamente non avevano alcun interesse ad agire secondo i principi di efficienza ed efficacia, non subendo direttamente alcun danno ambientale dall’utilizzo della risorsa idrica”.