Terremoto ai vertici della Fifa, a due giorni dalle elezioni per la presidenza. Sei altissimi dirigenti sono stati arrestati questa mattina a Zurigo, su richiesta del dipartimento di giustizia statunitense e un altro è stato arrestato a Miami, in Florida. A finire in manette, tra gli altri, il vicepresidente Jeffrey Webb.
Contro i sei, il ministero della Giustizia americano ha formulato 47 capi d’accusa, che vanno dalla corruzione alla frode, al riciclaggio di denaro fino all’associazione per delinquere e alle frodi telematiche: reati commessi nell’arco degli ultimi vent’anni. Il numero uno della Fifa, Sepp Blatter – 79 anni, capo indiscusso del calcio mondiale dal 1998 – non sarebbe indagato. Mentre i sei funzionari (Jeffrey Webb, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Eugenio Figueredo, Rafael Esquivel e José Maria Marin) arrestati dalla polizia cantonale di Zurigo e attualmente in attesa che si decida la loro estradizione verso gli Stati Uniti, sono «sospettati di aver pagato e accettato tangenti e provvigioni nascoste a delegati della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) e ad altri funzionari di organizzazioni affiliate – pari a oltre 100 milioni di dollari», si legge in una nota diffusa dall’Ufficio federale di giustizia svizzero (Ufg). Come contropartita avrebbero ricevuto i diritti di trasmissione, di commercializzazione e di sponsorizzazione di tornei di calcio negli Stati Uniti e nell’America del Sud.
Indagate 14 persone
Il ministero della Giustizia americano ha precisato che nell’inchiesta («che delinea una corruzione dilagante, sistemica e ben radicata sia all’estero sia negli Stati Uniti») sono stati indagati 9 funzionari dell’organo di governo del calcio mondiale e cinque uomini al vertice e funzionari legati al mondo del marketing statunitense e sudamericano. L’accusa è di associazione a delinquere e corruzione per un arco di 24 anni. È stata perquisita la sede della Concacaf, la confederazione che governa il calcio in America centrale e settentrionale e nei Caraibi, a Miami, in Florida. In un comunicato, il procuratore generale Loretta Lynch, ha spiegato che l’inchiesta riguarda «due generazioni di funzionari del calcio» che avrebbero «abusato della loro posizione» per accaparrarsi «milioni di dollari in tangenti e bustarelle.
Gli arresti
A Zurigo la «retata» della polizia svizzera è scattata all’alba di mercoledì, nell’albergo in cui si svolge il meeting annuale della federazione, il lussuoso «Baur au Lac Hotel». Tra gli arrestati Jeffrey Webb (Gran Bretagna, vicepresidente Fifa e numero uno della Concacaf; l’uruguaiano Eugenio Figueredo, anche lui vicepresidente Fifa ed ex presidente della Conmebol, la Eufa del Sud America;Eduardo Li, membro dell’esecutivo Fifa; il responsabile dello sviluppo della Fifa,Julio Rocha, del Nicaragua; Costas Takkas(Gran Bretagna), dell’Ufficio di presidenza della Concacaf; il membro del comitato esecutivo Conmebol, Rafael Esquivel, a capo della Federcalcio venezuelana; José Maria Marin, fino allo scorso mese alla guida della Federazione brasiliana. Tra gli altri incriminati, anche altri due dirigenti Fifa: il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 alla guida della Conmebol e Jack Warner, ex numero uno della Concacaf.
I Mondiali a Russia e Qatar
Ma oltre alla maxi-operazione condotta dal dipartimento di giustizia statunitense, la procura elvetica ha anche comunicato che sta lavorando a un’altra inchiesta contro ignoti, per «riciclaggio di denaro e truffa» in relazione all’assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 e del 2022, in Russia e Qatar. L’ufficio federale svizzero di Giustizia ha bloccato diversi conti bancari nel Paese e ha sequestrato documenti e dati on-line dalla sede della Fifa a Zurigo. Questa seconda inchiesta era stata aperta il 10 marzo. Dieci persone che, in qualità di membri del Comitato Esecutivo 2010 avevano partecipato alla selezione dell’assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022, «saranno interrogati in qualità di persone informate sui fatti». Una doppia bomba, insomma, che travolge la Fifa.
Nessun rinvio
In una conferenza stampa la Fifa, attraverso il portavoce della società, ha dichiarato di «aver accolto favorevolmente il procedimento», di aver «cooperato totalmente col procuratore generale svizzero e risposto positivamente a tutte le richieste di informazioni». «Parte danneggiata, vittima delle circostanze», è la posizione della Federazione: «Questa inchiesta per la Fifa è un bene. Non è un bene per la sua immagine, per la sua reputazione, ma è un bene perché ci sarà pulizia dopo quello che è successo negli ultimi anni», ha detto il capo della Comunicazione. Che ha precisato che «il segretario generale (Jérôme Valcke, ndr) e il presidente (Blatter) non sono coinvolti in questo procedimento». E che Blatter «non è tenuto a lasciare l’incarico». Nessun rinvio, dunque, per il Congresso in programma venerdì che eleggerà il presidente: «Il Congresso ci sarà, andremo avanti col programma e ci saranno le elezioni». È successo un terremoto, insomma, ma il più ricco e potente organismo sportivo del mondo resta in piedi. Il capo assoluto non è in discussione, anche se in manette o sotto inchiesta sono finiti diversi suoi collaboratori. Peraltro, il portavoce ha precisato che «le persone arrestate non sono state dichiarate colpevoli. La Fifa non sta portando avanti misure nei loro confronti. Attendiamo il procedimento legale, poi il comitato etico deciderà se queste persone dovranno essere sospese dal ruolo che ricoprivano». La Fifa ha anche fatto escluso una nuova votazione sull’assegnazione dei mondiali del 2018 e 2022. «Si terranno regolarmente», ha assicurato il portavoce
L’anti Blatter: «Un giorno triste»
Il ministro russo dello Sport, Vitaly Mutko ha dichiarato: «Gli arresti di funzionari della Fifa non sono legati all’attribuzione della sede dei Mondiali di calcio alla Russia per il 2018». Si è detto pronto a essere ascoltato dagli inquirenti svizzeri e ha dichiarato di non avere niente da nascondere. Mentre il principe giordano Alì Bin al-Hussein, uno dei vicepresidenti della federcalcio mondiale, candidato alla presidenza in opposizione a Blatter, si è limitato a un laconico: «Oggi è un giorno triste per il calcio». E ha aggiunto «Non è il caso di fare altri commenti ora».
Indagate 14 persone
Il ministero della Giustizia americano ha precisato che nell’inchiesta («che delinea una corruzione dilagante, sistemica e ben radicata sia all’estero sia negli Stati Uniti») sono stati indagati 9 funzionari dell’organo di governo del calcio mondiale e cinque uomini al vertice e funzionari legati al mondo del marketing statunitense e sudamericano. L’accusa è di associazione a delinquere e corruzione per un arco di 24 anni. È stata perquisita la sede della Concacaf, la confederazione che governa il calcio in America centrale e settentrionale e nei Caraibi, a Miami, in Florida. In un comunicato, il procuratore generale Loretta Lynch, ha spiegato che l’inchiesta riguarda «due generazioni di funzionari del calcio» che avrebbero «abusato della loro posizione» per accaparrarsi «milioni di dollari in tangenti e bustarelle.
Gli arresti
A Zurigo la «retata» della polizia svizzera è scattata all’alba di mercoledì, nell’albergo in cui si svolge il meeting annuale della federazione, il lussuoso «Baur au Lac Hotel». Tra gli arrestati Jeffrey Webb (Gran Bretagna, vicepresidente Fifa e numero uno della Concacaf; l’uruguaiano Eugenio Figueredo, anche lui vicepresidente Fifa ed ex presidente della Conmebol, la Eufa del Sud America;Eduardo Li, membro dell’esecutivo Fifa; il responsabile dello sviluppo della Fifa,Julio Rocha, del Nicaragua; Costas Takkas(Gran Bretagna), dell’Ufficio di presidenza della Concacaf; il membro del comitato esecutivo Conmebol, Rafael Esquivel, a capo della Federcalcio venezuelana; José Maria Marin, fino allo scorso mese alla guida della Federazione brasiliana. Tra gli altri incriminati, anche altri due dirigenti Fifa: il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 alla guida della Conmebol e Jack Warner, ex numero uno della Concacaf.
I Mondiali a Russia e Qatar
Ma oltre alla maxi-operazione condotta dal dipartimento di giustizia statunitense, la procura elvetica ha anche comunicato che sta lavorando a un’altra inchiesta contro ignoti, per «riciclaggio di denaro e truffa» in relazione all’assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 e del 2022, in Russia e Qatar. L’ufficio federale svizzero di Giustizia ha bloccato diversi conti bancari nel Paese e ha sequestrato documenti e dati on-line dalla sede della Fifa a Zurigo. Questa seconda inchiesta era stata aperta il 10 marzo. Dieci persone che, in qualità di membri del Comitato Esecutivo 2010 avevano partecipato alla selezione dell’assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022, «saranno interrogati in qualità di persone informate sui fatti». Una doppia bomba, insomma, che travolge la Fifa.
Nessun rinvio
In una conferenza stampa la Fifa, attraverso il portavoce della società, ha dichiarato di «aver accolto favorevolmente il procedimento», di aver «cooperato totalmente col procuratore generale svizzero e risposto positivamente a tutte le richieste di informazioni». «Parte danneggiata, vittima delle circostanze», è la posizione della Federazione: «Questa inchiesta per la Fifa è un bene. Non è un bene per la sua immagine, per la sua reputazione, ma è un bene perché ci sarà pulizia dopo quello che è successo negli ultimi anni», ha detto il capo della Comunicazione. Che ha precisato che «il segretario generale (Jérôme Valcke, ndr) e il presidente (Blatter) non sono coinvolti in questo procedimento». E che Blatter «non è tenuto a lasciare l’incarico». Nessun rinvio, dunque, per il Congresso in programma venerdì che eleggerà il presidente: «Il Congresso ci sarà, andremo avanti col programma e ci saranno le elezioni». È successo un terremoto, insomma, ma il più ricco e potente organismo sportivo del mondo resta in piedi. Il capo assoluto non è in discussione, anche se in manette o sotto inchiesta sono finiti diversi suoi collaboratori. Peraltro, il portavoce ha precisato che «le persone arrestate non sono state dichiarate colpevoli. La Fifa non sta portando avanti misure nei loro confronti. Attendiamo il procedimento legale, poi il comitato etico deciderà se queste persone dovranno essere sospese dal ruolo che ricoprivano». La Fifa ha anche fatto escluso una nuova votazione sull’assegnazione dei mondiali del 2018 e 2022. «Si terranno regolarmente», ha assicurato il portavoce
L’anti Blatter: «Un giorno triste»
Il ministro russo dello Sport, Vitaly Mutko ha dichiarato: «Gli arresti di funzionari della Fifa non sono legati all’attribuzione della sede dei Mondiali di calcio alla Russia per il 2018». Si è detto pronto a essere ascoltato dagli inquirenti svizzeri e ha dichiarato di non avere niente da nascondere. Mentre il principe giordano Alì Bin al-Hussein, uno dei vicepresidenti della federcalcio mondiale, candidato alla presidenza in opposizione a Blatter, si è limitato a un laconico: «Oggi è un giorno triste per il calcio». E ha aggiunto «Non è il caso di fare altri commenti ora».
Lo scoppio dello scandalo era nell’aria da tempo: gli agenti dell’Fbi indagano da tre anni e lo stesso Blatter aveva comunicato ai suoi più stretti collaboratori, a inizio mese, che un’inchiesta era in corso. Ma a imprimere un’accelerazione all’azione delle autorità americane – raccontano i media Usa – sarebbe stata in particolare la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia, che di recente ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. Indagine al termine della quale i vertici della Federazione hanno parlato dell’inesistenza di fatti che provino la corruzione. Conclusioni da cui l’ex procuratore si è dissociato, sosteneva che del suo rapporto era stata fatta una lettura «erronea e incompleta», tanto da rassegnare le dimissioni.
Il presidente
Sono in molti oggi a domandarsi come abbia potuto Joseph Blatter occupare la prestigiosa poltrona di capo del calcio mondiale per così tanto tempo (è presidente Fifa da diciassette anni) senza venir scalfito da pur consistenti voci di corruzione. Alcuni media elvetici lo hanno chiamato «il principe nero del calcio, il Padrino, Don Blatterone», ma nessuna inchiesta ha mai dimostrato il suo coinvolgimento. Voci vicine alla società sostengono che Blatter ce la farà anche questa volta e che venerdì gli verrà riconfermato il mandato, per la quinta vota: «La maggioranza della Fifa non vuole il cambiamento – sostiene la fonte -. E conoscendo le capacità di comunicazione del presidente, siamo sicuri che riuscirà a scaricare ogni colpa su poche “mele marce”, facendo anzi passare la linea che è stato lui per primo a introdurre la commissione etica e un codice etico per garantire un funzionamento trasparente della società». Non un’operazione di successo, a leggere le parole Kelly T. Currie, procuratore del distretto di New York: «Dopo decenni di quella che sospettiamo essere una corruzione sfacciata, il calcio internazionale ha bisogno di un nuovo inizio Sia chiaro: questo non è il capitolo finale della nostra indagine».