È buona prassi politica ( al paragrafo usi e costumi) ricandidare l’uscente non fosse altro per non ammettere nei confronti del popolo tutto che alle precedenti elezioni si sia sbagliata la
candidatura. Quindi il candidato dovrebbe essere Donato Toma, parliamo ovviamente del
centrodestra. Nel centrosinistra ci sono al momento troppi galli, o galline, paragone di tipo
ornitologico, ma solo per par condicio.
Ritornando a noi il candidato presidente alla giunta regionale della prossima legislatura, a detta
della responsabile di Forza Italia per il Molise, l’on. Annaelsa Tartagliane: “… dovrà essere un
politico e non un tecnico”.
Gentilissima onorevole voglio complimentarmi con lei, ha detto qualcosa che il sottoscritto
sostiene da decenni. I tecnici servono per la gestione dei bilanci delle SPA e per l’assistenza alle
caldaie, ma questi ultimi sono molto più preziosi e quando ti si rompe la caldaia puoi star sicuro
che siano impegnati, e tu prendi freddo!
Dunque un politico candidato alla presidenza della Giunta Regionale del Molise, ripeto, mi
sembrerebbe una gran bella idea/notizia. Il condizionale è d’obbligo nel momento in cui andiamo a vedere quale politico possa essere candidato alla presidenza della Giunta Regionale. Andiamo ad escludere i politici di prima nomina che non abbiano ricoperto ruoli di governo in passate legislature. Troppo facile essere eletti amministratore di un condominio, ma anche parlamentari di breve corso e pretendere visibilità ed esperienza gestionale politica. Resterebbero, tolti questi, i politici di lungo corso che tanto hanno avuto dalla regione Molise.
Politici alla seconda, terza legislatura, oppure politici che per contare le legislature che hanno accumulato hanno bisogno del commercialista.
Il candidato politico lo si troverà e probabilmente sarà fatto passare come la vittoria della gente e della politica che sta vicino alla gente. Ma si continuerà a fare sempre lo stesso errore: i partiti non fanno politica e non avvicinano le persone alla discussione politica. Nient’altro solo la discussione politica.
Quando esistevano i partiti, quelli veramente politici, ci si riuniva nelle loro sedi e si discuteva di politica. Per esempio: nella sede del PCI, ma anche della DC, ci si riuniva in vista del Consiglio Comunale e gli iscritti della sezione discutevano con i consiglieri comunali degli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale. Fosse state le lampade votive o gli assestamenti di bilancio i consiglieri comunali di quel partito avevano la possibilità di portare in consiglio la voce degli iscritti della loro sezione.
Stesso discorso per consigli provinciali e regionali. Lo facevano tutti i partiti. Il voto non era il voto “del panda” volto a proteggere una specie in via di estinzione. Il voto era un voto multiplo ed i candidati facevano accordi tra loro, continuavano a vivere la politica del partito, non a farsi la guerra apertamente come ultima spiaggia. Il consiglio regionale si riunisce il martedì perché agli albori della Regione Molise, il lunedì doveva servire come raccordo tra la regione ed i parlamentari. Certo non esisteva la conferenza Sato/Regioni e quindi c’era questa necessità, ma attualmente i parlamentari molisani sembrano dei liberi professionisti prestati alla libera docenza della politica come meglio credono loro di fare. Sentiamo solo proclami lanciati a
grossa voce ma senza costrutto alcuno.
In una situazione come quella attuale con un governo che raccoglie tutti partiti presenti in parlamento, i nostri Parlamentari si permettono di entrare in lotta di collisione con i loro partiti e decidono di fare cose per le quali certamente non hanno avuto la delega dei corregionali che li hanno votati.
Gentilissimi signori eletti in qualsiasi amministrazione volete tenere conto che state lì per fare gli interessi della porzione di territorio, comune, regione, che vi ha eletti? O credete di essere
diventati dei “maitre a penser” della politica molisana? Ecco, onorevole Tartaglione, concordo con lei per la bella idea di candidare un politico, ma per come i politici hanno (avete) ridotto la partecipazione delle persone comuni al dibattito, alla vita politica di tutti i giorni, dire di voler candidare un politico credo non significhi niente.
Immutato affetto ed aumentata stima nei confronti di chi ha la pazienza di leggere, saluto
cordialmente con il solito: Statevi arrivederci.
(Questa bella foto ricevuta da uno dei miei amici, l’ho voluta chiamare “speranza di primavera” . Primavera non solo atmosferica …. speriamo!)
Franco di Biase