“….a pensar male si fa peccato, ma alle volte ci si prende”. Il pensiero del grande Giulio Andreotti è sempre vivo e presente soprattutto quando si parla di politica.
Oggi vorrei parlare con voi, io parlo, voi leggete e se volete potete anche scrivere un vostro pensiero su questo mio articolo, oggi parliamo di pagamento in contanti.
Passato il periodo della valigette di denaro colme di carta moneta che facevano bella vista nei film di Bond, James Bond, arrivò il periodo del limite all’uso del contante. Vari governi negli ultimi venti anni si sono succeduti anche sulla gestione dell’uso dei contanti, uso disciplinato dalla cosiddetta norma “antiriciclaggio”, norma che alla sua nascita doveva servire per combattere il riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti, forse in primis quello degli stupefacenti, ma che in cuor suo, della norma, prevedeva una guerra, anche se non dichiarata, all’evasione fiscale.
Per questo motivo, l’evasione fiscale, uno dei migliori ministri dell’economia che abbiamo avuto, tale Prierluigi Bersani, impose il pagamento per tutti con mezzi tracciabili. Pagamento con assegni, non trasferibili, assegni che poi dovevano essere versati. Stato di polizia? Non lo so.
Ma se ad dipendente o ad un pensionato gli obbligano ad accreditare lo stipendio/pensione su di un conto corrente, perché tutti gli altri pagamenti non possono essere fatti con mezzi tracciabili? Trovo curiosa questa cosa. Può, ma deve, essere cura di ognuno di noi trovare la banca che ci fa le condizioni migliori ed eleggerla a nostra “tesoriera”, ma andiamo avanti. Esiste il reato di riciclaggio, “lavare” il denaro proveniente da attività illecite oppure da attività nascoste, ma anche il reato di autoriciclaggio.
L’autoriciclaggio si ha quando una persona preleva dal suo conto corrente una somma di denaro e la usa per pagamenti non tracciati. I cosiddetti pagamenti in nero.
La normativa dell’antiriciclaggio prevede il controllo anche delle “operazioni frazionate”, si sommano gli importi delle operazioni fatte nell’arco di sette giorni lavorativi. Significa che se ho il limite, attuale, di cinquemila euro per pagamenti in contanti e prelevo ogni sette giorni lavorativi posso, in un mese, appostare anche quindicina euro “a pizzo” per fare i mie comodi pagamenti in nero ai miei fornitori o altro. Prima con il limite a mille euro in un mese massimo si riusciva a mettere “a pizzo” tremila euro …. meditate.
Pagando in nero si riesce, alle volte, ad avere un abbattimento dell’Iva. In pratica un Black Friday continuo con relativa evasione dell’IVA e delle imposte sul reddito ecc. ecc.
L’innalzamento della soglia a cinquemila euro non riguarda i poveri e comuni mortali che vivono e campano di stipendio accreditato, per legge, sul conto corrente, riguarda chi ha la maggiore disponibilità di denaro e quindi possibilità di fare movimenti in nero.
Insomma, per tirare le somme di questo discorso, dicendo anche che i trafficanti di droga preferiscono pagamenti in euro per la possibilità di incassare con i biglietti da cinquecento euro.
Ritornando a noi: hanno liberato sino a cinquemila euro di pagamento ed hanno tolto il reddito di cittadinanza a tutti quelli che “possono lavorare” senza preoccuparsi di dove questi debbano o possano trovare lavoro. Fermo restando che la normativa del reddito di cittadinanza andava rivista e rivisitata perché come abbiamo visto concederlo “urbi et orbi” per non fare assonanze suine e canine, è stato un grosso errore.
In conclusione mi viene un dubbio: l’innalzamento del tetto a cinquemila euro è stato fatto per permettere ai titolari di reddito di cittadinanza di poter spendere il loro mensile contributo?
Non lo so e non riesco a capirlo. Mi ritiro per pensarci e vi auguro bellissime cose con il solito mio: statevi arrivederci.
Franco di Biase