“Lotta tosta pe la mbosta” è un articolo che scrissi nel 2008 per stigmatizzare il “passaggio” tra un assessore e l’altro nell’amministrazione provinciale di Campobasso. In Pratica fu sostituito un assessore eletto con uno nominato dal partito che “teneva bisogno” forse come persona!
Ricordare un episodio del genere in questi giorni, giorni costellati dalle manifestazioni per cercare di salvare il posto di lavoro, come nel caso degli operai della Whirlpool che stanno cercando di salvare la loro “mbosta” per cercare di poter continuare a mettere tavola. Anche in Molise abbiamo le nostre “lotte pe la ‘mbosta”, basti ricordare gli operai Gam, ma anche le maestranze Ittierre e tanti altri che lottano “pe la ‘mbosta”, tutte lotte lecite, tutte lotte che meritano la nostra solidarietà, tutte lotte nate per la cattiva gestione delle aziende, alle volte gestite da privati altre dalla longa manus della politica che ha cercato solo di inserire maestranze per allargare il bacino del clientelismo, indispensabile alla propria rielezione o elezione nei post che contano: regione e parlamento, dove si incassano decine di migliaia di euro al mese.
Quindi questa “lotta tosta pe la ‘mbosta”, non vuole essere una lancia spezzata in favore di un’attività commerciale di Campobasso, ottima attività gestita da persone capaci e simpatiche, ma nata dopo il mio articolo quindi loro “imitano” me non viceversa, ma a loro voglio un sacco di bene.
Dunque questa spasmodica lotta pe la “mbosta” io la ravvedo in tutte le situazioni umane, questo perché tutti dobbiamo apparecchiare tavola, quindi è giusto lottare. La lotta deve esserci e deve anche essere dura, senza pietà per gli avversari, una lotta che riporti nel vivo tutte le aspettative dei buoni genitori, quelli che fanno di tutto per portare il pane a casa. A proposito: quelli come me che hanno festeggiato i terzi “anta” della loro vita, ricorderanno questo tormentone degli anni ottanta. “u purtà u pane papà?”.
Tormentone che ho ritrovato su you tube che vi allego alla presente, come direbbero i dotti Ragionieri e Periti Commerciali di una volta, per rinverdire la memoria: u purtau u pani papà.
Partendo dalle “brioches” di Maria Antonietta d’Asburgo che poi, come sappiamo, “perse la testa”. In seguito alla rivoluzione, basta scherzare e veniamo al dunque.
L’altro giorno in Consiglio Regionale abbiamo assistito all’autotutela della “seggia” da parte dei consiglieri di opposizione. Detti consiglieri, detti dai molisani, non hanno fatto “notare” al Presidente del Consiglio Regionale che la maggioranza non fosse più maggioranza, ma fosse diventata minoranza.
Avrebbero potuto, i consiglieri di opposizione, chiedere di discutere tante cose arretrate che non erano mai state messe in calendario, ma soprattutto avrebbero potuto chiedere se ci fosse o meno il numero legale ed in questo modo avrebbero potuto defenestrare la
Toma e la sua giunta per maggioranza diventata minoranza in Consiglio Regionale. Se ne sarebbe dovuto prendere atto e la legislatura di Toma Presidente sarebbe finita nel corso de mese di luglio 2021, senza giungere alla sua naturale scadenza che le scadenze elettorali pongono ad aprile 2023.
E qui scatta il ragioniere che in ognuno di noi alberga. Il ragioniere che ci porta a fare i conti per apparecchiare tavola: da luglio 2021 ad aprile 2023 intercorrono 21 mesi, detto così non sembra niente, ma se moltiplicano i 21 mesi intercorrenti sino alla fine della legislatura, con i 13.500 euro mensili “siggiuti” ogni mese da ogni singolo consigliere, si giunge al “prodotto interno lordo del consigliere” pari ad euro 283.000. In pratica si avessero fatto cadere Toma ognuno di loro avrebbe dovuto rinunciare. Avrebbe perso, CI AVREBBE RIMESSO 283.000 euro CADAUNO!!
Questi personaggi in cerca di emolumenti (non di autore) si presenteranno tra venti mesi a chiederci i voti. Io direi di soprassedere, di non votare nessuno di questi otto consiglieri che non hanno fatto politica in Consiglio Regionale ma solo “lotta tosta pe la (loro) ‘mbosta”, portando il Molise sempre di più nella disperazione e nell’oblio.
Sono in vecchio arnese cui piace parlare di politica, ma non ho niente di personale contro chi fa politica, penso solo che si è eletti bisogna fare politica, politica tra la gente e lottare per quello e per quelli che ci hanno permesso di “siggere”.
Qui, invece, sembra che ci si trovi di fronte al vecchio adagio “lotta tosta pe la ‘mbosta”
offendendo chi lotta veramente per un pezzo di pane con cui sostenere la famiglia.
Concludo con un vecchio proverbio molisano: “u sazie n’n crere au dijune”, ma attenzione “u dijune” potrebbe ribellarsi e non votare più gli otto che hanno tradito il voto!
Spero che questo accada, abbiamo bisogno di aria nuova e idee fresche. Quindi al momento andassero avanti e ad aprile 2023 faremo i conti.
Sempre con affetto e stima: statevi arrivederci
Franco di Biase