Cordisco (PD): è giunto il momento di “cambiare verso”

Forse è troppo facile dire “l’avevamo detto e previsto”, nonostante l’aspetto collaborativo dimostrato in questi ultimi mesi da una buona parte di noi nei confronti del partito e delle assurde prese di posizione del premier, abbiamo trovato di fronte sempre un muro, un recinto dove non si poteva entrare.
Ora, dopo questa “bella” scoppola, qualcuno si deve rendere conto che le chiacchiere stanno a zero e che i problemi degli italiani non sono le riforme, o quanto meno non solo quelle (non vorremmo essere tacciati di essere nostalgici!), ma è la mancanza di lavoro, le tasse troppo alte, la scuola discutibile, l’abolizione dell’imu sulla prima casa anche a chi possiede redditi molto alti e che invece potrebbe contribuire, l’arrivo di migliaia di immigrati, l’avere gli stessi diritti.
Certamente gli scandali di Banca Etruria e Popolare di Vicenza hanno avuto un effetto negativo ma è pur vero che migliaia di italiani onesti hanno perso tutto quello che in anni di lavoro erano riusciti a mettere da parte e qualcuno, invece, ha voluto tutelare chi li ha presi in giro, e questo è stato un errore gravissimo, il PD ha perso in questi ultimi anni la sua radice storica, quella della vicinanza agli operai, alla gente bisognosa, agli emarginati.
Il fatidico 40,8 per cento delle Europee è solo un ricordo sbiadito e dalla vittoria ottenuta dal PD a guida Bersani tutto è andato a svanire, tutto è stato sistematicamente smontato.
Il tempo dei trionfalismi e delle dichiarazioni frivole e, il più delle volte senza senso, è finito, ora bisogna rendersi conto che è giunto il momento di “cambiare verso” (ma sul serio e non tanto per slogan), è giunto il momento, per il gruppo dirigente, di dare un segnale forte di umiltà nel chiedere “scusa” a quel popolo del PD che pancia a terra è rimasto fedele, nonostante tutto.
Il tema da affrontare oggi è capire come ne possiamo uscire, certamente con un azzeramento di tutta questa classe dirigente, nazionale e regionale, che ha vissuto di rendita e che nulla ha costruito perché si potesse continuare ad avere fiducia nel PD.
Chiedere l’appoggio politico a Verdini e suoi adepti è stato, ed è, un altro errore politico gravissimo, compiuto da chi – evidentemente – non ha una storia e non ha una voglia di essere grande ma unico pensiero è quello di sopravvivere a se stesso.
Il 24 giugno si riunirà la direzione del PD. Sarà molto interessante capire cosa dirà il Segretario, a chi addosserà la responsabilità di questa sonora sconfitta; rispetto alla passata consultazione elettorale riguardante le medesime città, il centrosinistra aveva 21 sindaci ora ne abbiamo solo 9; perse Roma, Trieste, Torino, città operaia, lavoratrice, città dove Fassino ha governato bene eppure altri hanno vinto, perdendo queste città con il voto delle periferie, proprio lì dove vivono gli operai, gli impiegati, i pendolari, quelli che abbiamo sempre avuto al nostro fianco; credo, quindi, che sarà difficile per il Segretario dare delle motivazioni o delle giustificazioni.
Bisognerà fissare una agenda per ripristinare l’ordine e che abbia al primo posto la gestione e la guida del partito, perché in questo periodo è sembrato isolato, chiuso in una roccaforte inespugnabile; va bene il comandante ma se poi non c’è un esercito che segue, che viene coinvolto nelle decisioni e nelle azioni, allora tutto è inutile.
Queste elezioni lo hanno dimostrato non si può dire che era un “voto locale” il Segretario e tutti gli altri organi dirigenti devono spendersi ed essere coinvolti in tutte le elezioni, Invece nel pieno del ballottaggio abbiamo assistito ad uno scaricabarile, addirittura il Segretario/Premier si è recato in Russia, lasciando i candidati da soli.
Concludendo, il partito ha bisogno di un Segretario, ed un gruppo dirigente a tempo pieno che si confronti democraticamente con tutte le componenti e per fare questo, visto i risultati, si impone una valutazione profonda, aperta, chiara. E Renzi non ci venga a dire che per fare questo dobbiamo aspettare il congresso per modificare lo Statuto. Lo Statuto si cambia tranquillamente con l’attuale Assemblea nazionale e del resto lui lo ha già fatto poco dopo la sua elezione a segretario nel dicembre 2013. Accampa scuse, scarica responsabilità solo sue e di chi gli sta intorno, un po’ come qui in regione, dove la segretaria regionale e la sua segreteria ha perso ovunque eppure è ancora lì, tutto tace. Forse nella errata convinzione che il silenzio possa spegnere lo scalpore di sconfitte cocenti. Del resto, si è ancora in attesa della fantomatica riconvocazione dell’assemblea regionale di gennaio, non riconvocata nemmeno dopo la sonora sconfitta di Isernia, a cui sono seguite le dimissioni del Segretario di Federazione e del Segretario del circolo cittadino ma da parte del Segretario regionale non c’è stata nessuna analisi del voto.
La strada indicata sino ad oggi non è vincente e va in direzione opposta, abbiamo bisogno di ricostruire ciò che è stato distrutto e, purtroppo, ci aspetta un periodo da ottovolante.
Vincenzo Cordisco – PD

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