Il PD si era fermato sulle posizioni di quel ricordo del 40% ed oltre, frutto delle elezioni europee, seduti sugli allori, pensando che si potesse vivere di rendita. Così non è stato ed il risultato delle ultime elezioni regionali e comunali di qualche mese fa lo hanno dimostrato; il PD perde consenso, perde elettori e qualcuno potrebbe dire “io l’avevo detto”. Oggi, finalmente, si riparte ed ho aderito con una gran voglia di partecipazione all’incontro di “area riformista e sinistra dem”, svoltosi a Roma il 27 giugno scorso. Ho ascoltato con grande attenzione l’intervento dell’on.le Speranza, le cui affermazioni “Il Pd deve cambiare rotta, perché c’è’ un pezzo della nostra gente che non si fida più e rischia di voltarci le spalle, c’è un pezzo del Paese che non si fida più del Pd”, oppure “Non si può abusare all’infinito del nostro senso di responsabilità” o ancora “Il Pd è la forza politica che può e deve far uscire il Paese dalla crisi…. Il Pd è la più grande speranza per il Paese, ma non possiamo nasconderci che ci sono cose che non vanno e non vorrei che a forza di evocare i gufi diventiamo struzzi e non capiamo più cosa sta avvenendo….. Non dobbiamo avere paura delle idee forti e dei nostri valori di appartenenza e non dobbiamo avere paura della parola sinistra” e rivolgendosi direttamente al Premier/Segretario “Matteo sbagli, se sei tu che parli male della sinistra seghi l’albero su cui sei seduto e prima o poi vincerà la destra”, mi hanno confermato quello che da sempre andiamo dicendo, cioè che vi è il bisogno di un maggiore confronto all’interno del partito.
Una maggiore condivisione e presenza sul territorio perché ci stiamo allontanando dai problemi reali della gente, stiamo portando avanti una gran voglia di riforme ma poi le stesse non tengono conto di chi sulla propria pelle le vede applicate e le subìsce. Per troppe volte il PD di Renzi utilizza la fiducia, prendendo scorciatoie che saltano la discussione, lo scontro, la condivisione e la sintesi. Siamo finalmente giunti ad una svolta: mettere in campo un cambiamento del PD perché quello che è successo ci dimostra che è sbagliato consegnare tutto alla leadership di una unica persona. Abbiamo bisogno di fare un salto in avanti e dimostrare che il PD non è solo Matteo Renzi e per fare questo bisogna ripartire dai territori, dai circoli, che sono stati in questi anni svuotati del loro compito, cioè quello dell’anello di congiunzione con gli organi superiori, riportando al centro dei temi quelli della sinistra.
Troppi sono stati i provvedimenti che ci hanno messo in contrasto con la società “Jobs act, scuola, legge elettorale” Oggi possiamo e dobbiamo, tutti insieme, capire che ci sono le condizioni politiche per poter giocare, ma realmente, un ruolo significativo nel panorama politico nazionale, e non ridursi al ruolo di chi predica bene e razzola male, che dichiarano di essere “i paladini del cambiamento e del rinnovamento” e poi approvano tutte le scelte pur di restare saldamente al potere.
Fuori dal PD esiste una realtà allarmante, Salvini, Grillo e di nuovo Berlusconi. Anche per questo che il partito oggi deve cambiare, non si possono ripetere gli errori commessi, per non consegnare l’Italia ad una destra demagogica e populista. Alle recenti elezioni amministrative abbiamo, ancora una volta, resuscitato la destra.. un po’ consentendogli di transitare nel centrosinistra per opportunità di poltrone e posizionamenti e un altro po’ con le azioni sbagliate messe in campo.
Presidente Federazione Basso Molise Partito Democratico Vincenzo CORDISCO