Riceviamo e pubblichiamo
Sabato 16 dicembre siamo partiti in una quindicina da Termoli per partecipare alla manifestazione nazionale FIGHT/RIGHT- Diritti senza confini. Una manifestazione promossa da diverse organizzazioni di migranti, sindacati di base, associazioni, centri sociali. Una alleanza di persone che quotidianamente lottano per l’affermazione dei diritti di tutti, italiani e stranieri, seriamente compromessi nell’Italia di oggi dall’austerità con i tagli alle politiche sociali e ai servizi pubblici.
I giornali dicevano che che c’era il rischio di scontri e di infiltrazioni violente, e ci hanno trattato quasi come terroristi all’arrivo a Roma, in in tanti identificati e scortati dalle forze di sicurezza. La manifestazione invece è stata un enorme serpentone colorato e gioioso di oltre 25.000 persone tra studenti, lavoratori, disoccupati, senza casa, sfruttati: una marcia degli esclusi, dei senza volto, degli invisibili che subiscono sulla propria pelle le discriminazioni e le violenze delle leggi antisociali.
Quella di sabato è stata, tra le altre cose, anche la manifestazione dei sopravvissuti: tante e tanti di coloro con i quali abbiamo attraversato le strade di Roma hanno affrontato i viaggi nel deserto e nel mare: molti di loro non ce l’hanno fatta. Basta con i muri, basta con i respingimenti vuol dire solo una cosa: umanità! I respingimenti operati dalla guardia costiera libica, mettono quotidianamente a rischio le vite di migliaia di esseri umani. L’Europa vuole diventare un fortino inespugnabile, allontanare con la forza chi è in fuga da guerre e persecuzioni, chi è in cerca di un futuro più dignitoso.
Il corteo di sabato ha reso ancora più visibile che la lotta per i diritti (casa, lavoro, reddito, welfare) è una lotta di tutti e tutte. Dare diritti a qualcuno non significa toglierne a qualcun altro, per questo non ha senso una guerra tra poveri che mette l’uno contro l’altro le vittime delle politiche del disastro sociale. Nell’Italia di oggi gli ultimi che rivendicano il diritto a una vita dignitosa lo fanno anche per tutti noi, sono uno stimolo a non piegarci a una logica che esclude, e a lottare insieme contro la povertà, la marginalizzazione, il ricatto del lavoro precario e sfruttato, e le discriminazioni.
Termoli non discrimina è un insieme di persone che si sono incontrate proprio a partire dal bisogno di contrastare il razzismo e tutte le vecchie e nuove forme di esclusione e ghettizzazione dei diversi, dei più poveri. È una rete di singoli e associazioni che nasce contro chi vuole usare strumentalmente la crisi sociale per cavalcare il disagio e l’insicurezza per fini elettorali, fomentare l’odio e le paure per dividere. In Italia esiste un filo che collega le politiche liberiste portate avanti dai governi tecnici e da quelli del PD (tagli alle spese sociali, job’s act, buona scuola, Minniti/Orlando, costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, etc): sono politiche che producono esclusioni e ghettizzazioni, proprio come vorrebbero i partiti razzisti. Prima era l’odio contro i terroni, oggi il nemico sono gli immigrati: questo noi non ce lo dimentichiamo. Siamo sempre al sud di qualcun altro. Respingiamo le politiche che producono povertà e marginalità sociali, lavoriamo per smascherare le ideologie liberiste e xenofobe e per costruire nuove alleanze tra i dannati della terra.
Coordinamento Termoli non discrimina