“Protocolli mai partiti, lettere non recapitate, smentite di rito”: un clima da resa dei conti da parte del Governo regionale nei confronti di quei Consiglieri che hanno deciso solamente di esercitare un loro diritto, ottenere informazioni complete e quanto più dettagliate su una tema emergenziale di questa regione come la sanità e l’insufficienza di garanzia dei servizi essenziali alla persona.
Preoccupati dal costante venir meno del diritto alla salute per carenza di personale, per insufficienza di servizi, per insufficienza di organizzazione, abbiamo ritenuto nostro dovere chiedere conto sulla realtà di una situazione che con il passare del tempo andava peggiorando, nonostante i sacrifici continui e giornalieri dei medici, degli infermieri e del personale sanitario per garantire il rispetto dell’art. 32 della nostra carta costituzionale.
Di fronte alle crescenti difficoltà dei pronto soccorso, alle chiusure di reparti, alle criticità ogni giorno paventate dalla stampa, nostro unico canale di informazione secondo una prassi oramai consolidata da parte di questa amministrazione regionale, abbiamo deciso di avvalerci di un nostro diritto, sancito peraltro dall’art. 103 del regolamento interno del Consiglio regionale.
Abbiamo scritto al Direttore facente funzione e al Direttore amministrativo dell’ASReM per avere contezza, tramite l’accesso agli atti, dei provvedimenti che l’azienda, ovviamente di concerto con il Commissario ad acta, aveva intenzione di mettere in campo per risolvere l’annosa questione della criticità dell’organico presso tutti i presidi ospedalieri molisani, soprattutto preso atto dell’impegno del Presidente Frattura a chiedere una deroga al blocco del turnover per sessantacinque figure professionali ospedaliere.
Il nostro è stato quindi un percorso più che mai istituzionale, nei canoni dei compiti e del ruolo proprio del Consigliere regionale, un lavoro solerte che ha evidenziato una situazione per la quale l’ASReM più volte ha chiesto al commissario di intervenire con atti di indirizzo e atti di programmazione idonei ad assumere provvedimenti attuativi in grado di superare quanto meno le criticità e le emergenze più volte segnalate. Quindici le missive inviate dall’ASReM alla Regione negli ultimi dodici mesi, alle quali non è mai stato dato riscontro, con il conseguente deterioramento della situazione.
È bastato l’accesso agli atti per arrivare a spingere il Governo regionale a presentare in aula un ordine del giorno atto a garantire i livelli essenziali di assistenza, ricorrendo altresì ad ogni tipologia di rapporto di lavoro attivabile per assicurare con ogni mezzo il funzionamento della rete di emergenza? Allora si che serviva l’esercizio della nostra funzione.
Vista questa risposta siamo ancor di più stimolati a promuovere iniziative anche in altri comparti in difficoltà come il sociale, il lavoro, settore nel quale il Molise, con un tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa, si colloca al secondo posto (-9,7%), dopo la Calabria (-11,9%), nella classifica delle regioni che hanno perso più posti di lavoro. Il Governo sulla stregua di ciò presenterà un ordine del giorno per promuovere le politiche attive e incentivare le aziende che nonostante le costanti difficoltà continuano ad operare sul territorio?
Il nostro sentimento di fondo è uno solo: a ogni cittadino deve essere garantito sia il diritto alla salute sia il diritto al lavoro nella propria Regione, e a tutela di questo principio continueremo a porre in essere ogni atto necessario affinché venga rispettato.
Infine un’ultima chiosa: perché si è posta tutta questa attenzione solamente sulla governance della Cattolica, lasciando fuori da questo discorso e da ogni forma di integrazione con il pubblico anche le altre strutture private che operano in Molise in regime di convenzione?
(nota a firma dei consiglieri regionali di centrodestra)