Congresso PD, Carriero: una astensione che sfiora il 50% degli iscritti, evidenzia la cattiva salute del PD

Si è conclusa la prima fase dei congressi PD per “l’indice di gradimento” delle mozioni presentate dai candidati alla segreteria nazionale. Compito esclusivo dei tesserati.
Nonostante l’apparente successo di Matteo Renzi (68%), oltre alla ennesima furbata del ticket con un ministro, grattando la patina dorata dei numeri freddi e pure condizionati, e che hanno espresso la maggioranza delle preferenze per la sua mozione, ci sorprende non poco – in negativo – tale risultato renziano.
L’ex Segretario/Premier è stato appoggiato dal 90% dell’Assemblea nazionale uscente, dalla Direzione nazionale, da tutti i segretari regionali (meno quello della Valle D’Aosta), da moltissimi parlamentari e tutti i Ministri, ottenendo percentuali sicuramente di molto inferiori rispetto alle sue aspettative.
Anche qui in Molise questa analisi non si discosta.
È stato appoggiato da quasi tutta l’Assemblea regionale, dalla direzione (quella nominata, cioè renziana), dalla Segretaria regionale Fanelli, dal Presidente Frattura, dal Vice Presidente della Giunta/Assessore Facciolla (così come dagli altri due Assessori), da molti Consiglieri regionali, moltissimi destroidi che ora si son camuffati da sinistroidi, parecchi sindaci e consiglieri comunali (enti piccoli e grandi, indifferentemente), Presidente della Provincia di Isernia Coia e la lista è ancora lunga, ma… il solito “ma” che arriva pesante come un macigno lanciato!
Infatti, le percentuali ottenute, che i soggetti di cui sopra avrebbero volute più bulgare del solito, si sono rivelate molto diverse.
E se poi a tutto questo ci si aggiunge che per gli altri due competitor la platea del “potere” molisano è molto limitata, ci si accorge che – per esempio – quel 12,50% preso dalla mozione Emiliano è un sorprendente risultano.
L’obiettivo che ci eravamo proposti era quello del superamento dello sbarramento del 5% per accedere alla competizione vera che si terrà il 30 aprile prossimo.
La candidatura di Michele Emiliano è stata confermata a tesseramento chiuso, per cui l’aver non solo superato lo sbarramento ma l’essere andati molto oltre (visto che il Molise è tra le cinque regioni italiane in cui Emiliano ha raggiunto buone percentuali) ci rende orgogliosi di questa scelta, libera da condizionamenti legati ad alchimie di potere e giochetti a tavolino.
Da solo, c’è qualcuno che vale il 12,50%; non c’è necessità di fare alleanze “sporche”, improponibili, di barare per fare i tesseramenti, di mettere persone proprie per fare adottare atti illegittimi e pilotati pur di andare contro la democrazia di un partito, che dovrebbe vedere al di fuori i propri avversari politici e non nel suo interno.
Forse è il caso di valutare alcuni dati: 1) il “partito” delle tessere 2016 è stato, ed è, accattonaggio dei renziani della prima, seconda e pure ultima ora!
2) Il mancato rispetto delle regole, è ancora esclusività dei renziani di cui al punto1), tanto che i coordinatori delle commissioni per il congresso, a vari livelli, ben sanno cosa hanno avallato, come si sono comportati e come hanno provato a fare fuori le altre componenti, emettendo – tra l’altro – delibere monocratiche a fronte di atti collegiali, come viceversa il Regolamento del PD prevede.
3) senza ulteriormente infierire sulla scorrettezza delle procedure di tesseramento messe in atto da questi soggetti, da richieste di tessere non firmate, a firme palesemente contraffatte, a tesseramenti in massa nell’ultimo giorno utile e tanto altro, balza agli occhi il dato eloquente ed esplicativo di questa malsana gestione a matrice renziana: l’affluenza degli iscritti che ha partecipato a questa prima fase non oltrepassa di molto il 50%.
Domanda lecita: perché una persona ha deciso di tesserarsi a fine febbraio (peraltro per l’annualità 2016, morta e sepolta!), ha sborsato ben euro 15,00 per iscriversi al PD e poi non partecipa – dopo poco più di venti giorni – alle convenzioni? Qual è la logica di tale comportamento? Si, perché eliminati gli impedimenti fisiologici ed ovviamente limitati nei numeri, appare del tutto illogico un tal comportamento.
Perché non ha potuto dire di no a tesserarsi, ma ha potuto scegliere non recandosi a votare per le convenzioni? È un tema.
Una astensione che sfiora il 50% degli iscritti, evidenzia la cattiva salute del PD il cui artefice è solo Renzi, e la sua gestione fallimentare sostenuta da yes man and woman, dove la democrazia e la discussione sono stati optional nemmeno sfiorati.
Per il momento prendiamo atto del buon risultato molisano ottenuto a favore della mozione Emiliano, e che il 30 aprile sia una occasione di democrazia e non il registrare tante truppe cammellate al voto per un uomo solo al comando, in barba – appunto – alla democrazia stessa.

Il Vice Presidente Ass. reg,le PD Molise
Costanza Carriero

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