Le Regioni come elemento chiave dello sviluppo della green economy, poiché “la conoscenza dei territori e il coinvolgimento dei territori sono presupposti fondamentali per la creazione di ambiti protetti dedicati alla salvaguardia della biodiversità e per la loro gestione ottimale”. Questo, il messaggio che il presidente Paolo di Laura Frattura ha portato oggi a Roma, intervenendo ai lavori della conferenza nazionale “La Natura dell’Italia”, organizzata dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando.
Nell’aula magna dell’Università La Sapienza l’evento conclusivo, preceduto dalle tappe di Milano e Palermo, di un articolato dibattito sulle potenzialità della green economy per il rilancio del Paese tra le più importanti cariche dello Stato, con i contributi esterni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Tra le tante personalità di spicco, ospite d’eccellenza a Roma il Premio Nobel per la fisica, il senatore a vita Carlo Rubbia.
Dopo gli interventi dei ministri Orlando, Saccomanni, Giovannini e Lorenzin, e l’approfondimento del commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, il presidente Frattura, nella veste di rappresentante della Conferenza delle Regioni, ha posto l’accento sulla necessità di una governance quanto più condivisa e partecipata.
“Vedere insieme oggi la commissione europea, il mondo politico, il mondo produttivo, il mondo accademico e gli enti locali, è per tutti noi l’atteso segnale della condivisione di progetto che crediamo assolutamente possibile e sul quale vogliamo convogliare energie e risorse”, la prima analisi del presidente Frattura.
“Il ritorno alla natura come ritorno al futuro. Per molti anni abbiamo considerato – ha analizzato Frattura –, il perseguimento dello sviluppo economico e della tutela dell’ambiente come obiettivi tra loro inconciliabili. Questa irragionevole convinzione appare finalmente superata. È evidente che un green new deal, una nuova economia orientata alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione delle aree naturali, rappresenta una delle vie principali per ragionare di sviluppo. E soprattutto per respirare al meglio quegli annunci di speranza per una recessione forse superata. Se la ripresa è davanti a noi, l’economia verde ne sarà il motore più attivo”.
“Sono i numeri, risorse e occupati “verdi” – ha proseguito Frattura – , a imporci ragionamenti concreti sui temi della biodiversità, delle aree protette e della green economy con gli esperti del settore, del mondo economico e universitario. Tanti nostri cittadini, soprattutto tantissimi giovani, scelgono la natura come campo di investimento delle loro capacità”.
“La Conferenza delle Regioni – ha sottolineato il governatore del Molise –, vuole essere teatro di confronto per comprendere quali sinergie attivare per proporre un nuovo modello di sviluppo più sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale, economico. Un modello che garantisca occupazione e qualità della vita, ripartendo dalla valorizzazione delle numerose eccellenze presenti in quei nostri territori che hanno saputo mantenere un corretto equilibrio tra uomo e natura e puntare sulle produzioni di qualità”.
Riconoscendo al ministro Orlando il merito di basare l’approfondimento in corso sui numeri, Frattura nel suo intervento ha riportato quanto finora realizzato dalle Regioni in materia ambientale.
“Il ruolo delle Regioni è rilevante – ha evidenziato –, poiché le Regioni hanno istituto dal 1991 al 2010 134 parchi regionali, 365 riserve naturali regionali, 171 aree naturali protette per un totale di circa 1,6 milioni di ettari”.
Riprendendo i dati di Unioncamere, il governatore Frattura ha messo in risalto che “dal 2008 ad oggi, anche senza contare l’agricoltura, 328 mila aziende italiane dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia: il 22 percento di tutte le imprese nazionali. Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi. Chi investe green – ha rimarcato –, è più forte all’estero: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno.”
“Solo attraverso una efficace conservazione del capitale naturale si pongono le basi per la realizzazione di un benessere duraturo. Del resto – ha concluso il presidente Frattura –, la natura dell’Italia è un unicum che da sempre produce sviluppo. Nostro dovere e nostro impegno tutelarla e valorizzarla tutti insieme”.