Dal 17 al 21 maggio il Direttore Generale e il Direttore Sanitario dell’Istituto si sono recati in Tunisia per fare il punto sui progetti in corso con le Autorità sanitarie del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero della Salute nel Paese nordafricano in ambito One Health. In particolare si è discusso di due importanti progetti di cooperazione, il primo finanziato dalla FAO che ha affidato all’IZSAM il compito di modernizzare il sistema del controllo ufficiale dei prodotti agroalimentari della Tunisia attraverso la realizzazione di un Sistema Informativo Nazionale Veterinario e Fitosanitario su tutto il territorio nazionale, compresi i posti di ispezione frontaliera.
“L’obiettivo del progetto è quello di fornire supporto tecnico-scientifico ai servizi di controllo ufficiali della Tunisia per migliorare la sanità animale e vegetale, quindi la qualità sanitaria dei prodotti agroalimentari con positive ricadute sulla competitività delle esportazioni, la crescita economica e l’occupazione nel Paese” ha dichiarato il DG dell’Istituto Nicola D’Alterio.
Il secondo progetto in collaborazione con il Centre international de hautes études agronomiques méditerranéennes (CIHEAM) è a supporto della filiera della molluschicoltura, tramite il rafforzamento delle associazioni dei pescatori che raccolgono le vongole veraci nel golfo di Gabes.
Come fa notare il DG D’Alterio: “Questo progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo tende a sostenere la nascita di nuove imprese e attività economiche nelle zone che tradizionalmente dipendono dalla raccolta delle vongole e rafforzare, così, la filiera lavorando a fianco delle Istituzioni tunisine impegnate nel monitoraggio ambientale”.
L’IZSAM si occupa di temi legati allo sfruttamento delle popolazioni naturali di molluschi bivalvi vivi in Abruzzo e Molise dagli anni ’90 e ha una grande esperienza nell’esportazione del know-how nel campo della ricerca, dell’analisi del rischio,
dell’epidemiologia e della sicurezza alimentare.
“Le nostre competenze in un contesto come quello tunisino fortemente legato al mercato europeo, rappresentano la migliore scelta per garantire una sostenibilità economica e ambientale a questo settore”, aggiunge il Direttore Sanitario Giacomo Migliorati, “l’adozione di protocolli sanitari più efficienti assieme al miglioramento degli equipaggiamenti permetterà alle Autorità tunisine di avere un monitoraggio costante delle condizioni sanitarie del proprio territorio, di riflesso questa attività
garantirà i consumatori europei ai quali questo prodotto è in larga parte destinato”.
Nel corso della missione i vertici dell’Istituto hanno incontrato anche i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali presenti nel Paese nordafricano quali OIE, FAO, OMS e le delegazioni europee per la Tunisia e la Libia.
Il confronto ha fatto scaturire diverse idee progettuali per rafforzare la collaborazione scientifica nell’ambito della formazione, dell’epidemiologia e dell’analisi del rischio per le
malattie prioritarie nel bacino del Mediterraneo quali Rift Valley Fever e West Nile Disease.
In particolare con la sede di Tunisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) e le Autorità sanitarie locali, si stanno già sviluppando attività scientifiche e formative relative al contrasto del Covid-19 con la creazione di un polo scientifico, alla luce delle attività che l’Istituto ha svolto nell’ultimo anno per la Regione Abruzzo e per l’Italia, mettendo a diposizione competenze di bioinformatica, biostatistica e la capacità di sequenziamento attraverso il proprio Centro di Referenza Nazionale per Sequenze Genomiche di microrganismi patogeni: banca dati e analisi di bioinformatica.
Per queste attività in fase di avvio è fondamentale il ruolo del dirigente veterinario dell’IZSAM Alessandro Ripani che dal 2014 è in distacco professionale a Tunisi presso l’Ufficio subregionale dell’OIE per il Nord Africa. La missione in Tunisia dei vertici dell’Istituto si è conclusa venerdì 21 maggio con una colazione di lavoro con l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, e il Direttore Generale dell’Istituto Pasteur della Tunisia, Hechmi Louzir.